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Cos’è il Brainrot, la parola che Oxford ha scelto per il 2024 | “Cervello che marcisce”, perché ci dobbiamo preoccupare

Registrata per la prima volta nell’Ottocento, la parola scelta da Oxford per il 2024 è “brainrot”. E non dovremmo esserne felici

Non era facile scegliere, quest’anno: oltre a “brainrot“, infatti, concorrevano anche altre parole come “lore” o “romantasy“, oppure la chiacchieratissima “demure“, così come le “slop“, cioè le opere d’arte di bassa qualità create dall’intelligenza artificiale. Eppure, a vincere il primato di parola del 2024 secondo Oxford è proprio “brainrot” che, purtroppo per tutti, significa cervello che marcisce.

Brainrot, la parola scelta da Oxford per il 2024: è il cervello che marcisce (cityrumors.it)

“Brainrot” ha infatti vinto il premio Oxford Word of the Year per quanto riguarda il 2024. La definizione ufficiale parla di deterioramento del cervello dovuto al consumo eccessivo di materiale banale o poco impegnativo ed è chiaro che il riferimento è agli smartphone ai social network, dei quali tutti abusiamo.

Cosa significa davvero “Brainrot”

Sebbene da un certo punto di vista siamo tutti più informati, poiché grazie ad internet e alla velocità di circolazione delle informazioni anche chi non si mette attivamente a cercarle viene quotidianamente invaso da tutta una serie di news ed aggiornamenti, dall’altro lato alcune nuove abitudini nate con la moderna tecnologia potrebbero di fatto causare un deterioramento del nostro cervello. Ne è un esempio “brainrot“, la parola scelta da Oxford per il 2024 che indica un cervello quasi da zombie causato dall’eccessiva attività di scrollamento delle homepage dei principali social network, colme di contenuti poco impegnativi e consumati in maniera passiva.

Brainrot, la parola scelta da Oxford per il 2024: è il cervello che marcisce (cityrumors.it)

Non è una parola nuova

“Brainrot” non è una parola moderna, nel senso che non è nata oggi. Di fatto, compare infatti nel libro “Walden” di Henry David Thoreau del 1845 ed è poi stata registrata diverse volte nel corso del XIX secolo. Nel 2024, però, ha trionfato come termine dell’anno poiché, per quanto il concetto di cervello che marcisce non sia evidentemente nuovo, specialmente su TikTok nel corso degli ultimi 12 mesi ha spopolato: il suo uso, infatti, è aumentato del 250% nell’ultimo anno.

Rispetto al 2023, anno per il quale Oxford aveva scelto come parola dell’anno “rizz” e cioè il carisma, la capacità di attirare con il proprio fascino, il termine del 2024 fa più paura. Oltre al terrore di un cervello che marcisce, però, questa parola deve far riflettere sulle abitudini quotidiane di ciascuna persona e, soprattutto, sul modo in cui si trascorre il proprio tempo libero: dalle scelte anche più banali passa non solo la persona che si è, ma anche la qualità dei propri pensieri e delle proprie azioni.

Giulia Belotti

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