Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “La Stampa” è intervenuto l’ex portiere della Juventus e della nazionale, Stefano Tacconi
Il mondo del calcio, in questi ultimi due anni, si è stretto attorno a Stefano Tacconi. L’ex portiere della Juventus e della nazionale, nel 2022, è stato colpito da un aneurisma che gli poteva provocare non pochi problemi, portarlo addirittura alla morte. Con il pronto intervento del figlio e del personale medico è stato dichiarato fuori pericolo, ma la paura di quello che ha vissuto rimarrà per sempre. Di quello che ha attraversato (e molto altro ancora) ne ha parlato nel corso di una lunga intervista al quotidiano “La Stampa“.
Dopo essere uscito dal coma ha confidato, al noto quotidiano, di essere cambiato. Soprattutto dopo aver conosciuto e capito cosa sia la sofferenza. Ci ha tenuto a ringraziare la gente che non lo ha fatto mai sentire da solo e, soprattutto, alla malattia. In questo caso è riuscito a distinguere quali sono i veri amici e, soprattutto quelli che non lo sono mai stati. Ovviamente ha ringraziato la sua famiglia che lo ha sostenuto, sempre di più, in questi ultimi anni: dalla moglie Laura Speranza ai figli Alberto, Virginia e Vittoria Maria.
Queste sono alcune delle sue parole: “Mi sentivo invincibile, adesso ho preso coscienza dei miei limiti. Sono diventato più attento alle cose, la malattia è anche un’opportunità. Ho potuto misurare ancora di più l’amore della mia famiglia, che mi è stata sempre vicino. Anche quando ero in coma e non sentivo niente, loro erano lì, accanto al letto, a parlarmi e a tenermi la mano“.
Di quel terribile giorno non ricorda nulla se non un fortissimo mal di testa e poi il buio. Poi la luce, soprattutto quando ha rivisto la moglie ed i suoi figli. Le stampelle non lo hanno abbandonato, così’ come la sedia a rotelle. Le sedute di fisioterapia continuano. Il suo prossimo step è quello di ritornare allo stadio, magari per vedere il match di campionato tra la sua Juventus ed il Milan.
Tacconi, in conclusione, rivela chi lo ha salvato: “E’ stata la luce di Padre Pio. Credo in Dio attraverso mia moglie. È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo dove sono stato ricoverato“.
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