Brutta la storia del difensore del Nizza Youcef Atal che inserisce un post di un predicatore che inneggia ad Hamas, lui lo cancella ma la polizia ci vuole veder chiaro
Una vicenda pesante. Pensava di fare una cosa goliardica e a favore delle sue idee, forse, ma si è trasformata in una storia torbida e piena di superficialità che rischia di pagare a caro prezzo. Il difensore algerino del Nizza Youcef Atal, alla fine, è stato squalificato per sette giornate per aver condiviso su Instagram un post di un predicatore che incitava all’odio verso Israele dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
Qualche tempo fa era stato il Consiglio nazionale etico della federcalcio francese a suggerire il caso alla commissione disciplinare della Lega (Lfp) che, prontamente, ha fatto partire lo stop dal 31 ottobre. Atal, è un giocatore che ha 27 anni, quindi non è un ragazzino e sa bene la differenza tra quello che si può postare e quello che non sarebbe opportuno farlo. Il giocatore è a Nizza dal 2018, era già stato sospeso a tempo indeterminato dal club della Costa d’Azzurra il 18 ottobre e ora praticamente non potrà rientrare prima dell’inizio del 2024.
Il ragazzo ha capito di aver fatto una grande stupidaggine e ha subito tolto il post. Ma la procura di Nizza ha aperto un’indagine sul calciatore per “apologia di terrorismo” e “incitamento all’odio o alla violenza sulla base di una specifica religione“, reputando il messaggio antisemita. Un tipo di parole e assonanze dello sceicco e predicatore palestinese Mahmoud al-Hasanat che chiedeva ad Allah di mandare “un giorno nero per gli ebrei” e di “accompagnare la mano dei musulmani che scagliano pietre“.
Dopo le polemiche suscitate, il nazionale algerino aveva eliminato il post e si era scusato dicendosi “consapevole” di aver “sconvolto molte persone” che non era sua intenzione. “Condanno fermamente tutte le forme di violenza, in qualsiasi parte del mondo, e sostengo tutte le vittime“, aveva aggiunto, “non sosterrò mai un messaggio di odio. La pace è un ideale in cui credo fermamente“. La Procura di Nizza ha però aperto un’indagine e convocato il giocatore per ascoltarlo e capire il motivo per cui avesse deciso di postare quel tipo di messaggio, proprio quello.
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