Attenzione alla nuova trovata degli hacker per fregarti, basta un vocale su WhatsApp ed il gioco è fatto: come fare per accorgersene?
La cosa certa è che se le studiano davvero fino in fondo con il solo scopo di fregare il prossimo. In buona parte delle occasioni, purtroppo, ci riescono pure. Stiamo parlando degli hacker che non hanno alcun tipo di pietà e si impossessano di tutti i nostri dati personali. Questa volta in che modo? Diffondono un messaggio vocale su WhatsApp che, però, non è altro che un virus malevolo. Almeno questo è quello che ha annunciato, con un comunicato, la nota società di sicurezza “Check Point Software“.
A dire il vero, però, non si tratta affatto della prima volta che si verifica un episodio del genere, con l’obiettivo di confondere gli utenti dell’app messaggistica istantanea più famosa al mondo. Adesso, però, puntano in “grande”: ovvero alle aziende. Molte di loro abilitano la notifica via email dell’arrivo di messaggi nella segreteria telefonica. Un gioco da ragazzi per gli stessi hacker che approfittano di questa situazione.
Come agiscono? Inseriscono, in allegato alla mail, non un file audio, ma un programma che avvia dei virus sul proprio computer. Rovinandoti, ovviamente, la giornata. La nota società di sicurezza ha fatto sapere che, nel corso delle ultime settimane, ci sono stati moltissimi attacchi: almeno 1.000. In cosa consiste questa email? Nell’oggetto c’è un numero di telefono che, una volta effettuata la ricerca su Google, si capisce di non essere affatto legittimo.
Se si prosegue il testo pare che provenga da un servizio di segreteria che, a primo impatto, può sembrare reale. Di questo ne ha parlato direttamente il Cybersecurity Researcher e Analyst di Check Point Software, Jeremy Fuchs: “Un messaggio vocale può essere efficace per alcuni utenti, mentre altri potrebbero non accorgersene, impersonando un marchio noto e aggiungendo un messaggio vocale che incuriosisce, i cybercriminali hanno creato un interessante modo per ottenere le credenziali dagli utenti finali“.
Come citato in precedenza non si tratta affatto della prima volta che si verifica un episodio del genere. Due ani fa i ricercatori di “Armorblox” avevano scoperto una campagna di hacking che colpivano gli utenti WhatsApp. In questa occasione gli esperti della tecnologia si fingevano funzionari del centro per la sicurezza stradale della regione di Mosca ed inviavano messaggi vocali, ricevuti via email. Ovviamente da aprire per ascoltare una comunicazione. Purtroppo non si trattava di un file audio ma di un virus che faceva tutt’altro…
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