È il momento del bilancio dei danni per l’associazione Pro Vita e Famiglia, la cui sede è stata presa di mira durante la manifestazione contro la violenza sulle donne a Roma, promossa da Non una di meno.
La Digos sta indagando per identificare le persone che hanno introdotto un ordigno esplosivo nei locali. “Le nostre saracinesche a destra e a sinistra hanno il reticolato. È stato rotto il vetro e lanciato l’ordigno. Abbiamo le prove, e ci sono video che lo confermano”.
Con queste parole, Maria Rachele Ruiu di Pro Vita e Famiglia, spiega la versione dei fatti dell’associazione, nel tentativo di smentire chi non crede che si sia trattato di un vero e proprio “assalto”. “Lo hanno fatto per intimidirci – aggiunge – e noi non ci faremo intimidire. Anzi, questa violenza sarà motore ancora più forte per non permettere ad associazioni politicizzate di entrare nelle scuole ed insegnare ai nostri figli non si sa bene cosa”.
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Ruiu: “Su Facebook, Non una di meno ha rivendicato l’attacco”
Ruiu non ha dubbi: “Non una di Meno, che ha organizzato la manifestazione, su Facebook ha rivendicato l’assalto alla nostra sede e questo è molto grave”. Secondo le ricostruzioni rese note fino ad ora, circa 200 persone, alcune delle quali a volto coperto, si sono distaccate dal corteo contro la violenza sulle donne e provato a forzare il blocco della polizia a protezione di Pro Vita. La molotov, stando alla versione ufficiale, sarebbe stata introdotta attraverso un vetro rotto.
“Politicizzano il tema della violenza sulle donne”
La rabbia di Ruiu è anche perché “sono cinque anni che organizzano manifestazioni contro la violenza sulle donne – che dovrebbero essere pacifiche e non politicizzate – per politicizzarle. Sono convinta che le 500mila persone in piazza erano mosse da reale commozione rispetto all’uccisione di Giulia e anche per il fatto che lei e Turetta erano giovani, e invece si sono trovati politicizzati”.
Ruiu sottolinea che è sbagliato usare violenza durante una manifestazione contro la violenza: “Questa decisione di distruggere la sede di un’associazione di cui non si condividono le idee è molto violento. Il problema della violenza è proprio non essere in grado di gestire l’alterità, di avere la frustrazione che esista qualcun altro diverso da te. Non permetteremo che insegnino ed entrino nelle scuole, perché la loro modalità è violenta e non sopporta l’altro”.
“Gualtieri, Schlein e Landini non prendono le distanze”
Alla manifestazione erano presenti il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la segretaria del Pd Elly Schlein e il segretario della Cgil Maurizio Landini. Nessuno di loro ha ancora preso le distanze da questo gesto nei confronti di Pro Vita e Famiglia: “Noi abbiamo chiesto a Gualtieri, a Schlein e Landini di prendere le distanze da questo assalto vergognoso e non mi risulta che l’abbiano fatto. Come al solito c’è una violenza accettabile e una non accettabile. Io come donna, nel giorno contro la violenza sulle donne, ho visto violenza contro di me. Ho visto scritte “Bruciamo i Pro Life”, “Morite” e altri epiteti, e hanno fatto anche un coro mentre cercavano di sfondare la serranda. Credo che sarebbe opportuno che anche le donne che supportiamo noi e che non si riconoscono nelle loro istanze, si sentano rappresentate”.
Violenza accettabile e non accettabile. Cosa intende dire? Chiediamo a Ruiu: “Nessuno tra Landini, Gualtieri e Schlein è intervenuto. Erano presenti ma non hanno detto “fermi tutti, questo non può essere”. Solo la premier Giorgia Meloni ha dato la sua solidarietà”, risponde lei.
Alla manifestazione non erano presenti solo frange violente. “C’erano famiglie e persone che pensavano di stare a una manifestazione contro la violenza sulle donne. Invece si sono trovate in una che promuove cose contrare alla donna, tipo la prostituzione, la pornografia, l’utero in affitto, gender. Mi domando se vogliamo lasciare un tema così delicato e importante che è essere contro la violenza, in mano a collettivi politicizzati”.