La scelta di un istituto di Magliano, che ha preferito modificare il testo delle canzoni natalizie per evitare che potessero risultare divisive verso alunni di altre religioni, ha scatenato una battaglia culturale e politica
“A chi può dar fastidio la figura di Gesù Bambino nei canti natalizi?“. Questa la domanda che sta circolando da giorni (e che ha coinvolto politici e semplici cittadini), dopo la scelta di una scuola italiana di modificare i testi di alcune canzoncine. Nello specifico, un istituto toscano ha deciso di eliminare un passaggio che faceva riferimento al personaggio di Gesù nel corso di una canzone (Jingle Bells), cambiando il testo del brano che i bambini avrebbero dovuto cantare nel corso della recita natalizia.
Una scelta che ha scatenato le polemiche e che ha portato i genitori a chiedere spiegazione. Come da tradizione, si è accesa una forte discussione sul ruolo dei simboli religiosi nelle scuole pubbliche italiane. La divisione è netta: da una parte chi chiede con forza che non si modifichino le nostre tradizioni, dall’altra chi ribadisce la necessità di confermare la laicità della scuola e la voglia di non escludere nessuno: anche i bambini che professano altre religioni.
Una scelta che ha scatenato reazioni e polemiche. Il solo pensiero che la figura di Gesù Bambino possa risultare divisiva o che possa essere mal digerita da qualcuno, è oggettivamente difficile da accettare. Il primo a replicare è stato il sindaco della cittadina dove sorge la scuola toscana: Magliano. Gabriele Fusini, primo cittadino, pur non entrando nel merito delle scelte dell’Istituto, ha espresso il suo dissenso. “Abbiamo appreso della decisione della scuola primaria di modificare il testo di una canzone natalizia per omettere il nome di Gesù e, pur rispettando l’autonomia della scuola e delle insegnanti in queste scelte e lungi da compiere ingerenze, non posso che dichiararmi contrario: la scuola, così come tutte le istituzioni pubbliche, è laica, ma non è certo cancellando le tradizioni che si preserva e si mette in atto la laicità”. Il sindaco ha ribadito che le festività sono un’occasione in cui “promuovere la conoscenza, si parla delle differenze, si ribadisce il rispetto di tutte le fedi e le tradizioni religiose”, ed ha deciso di realizzare (in risposta alla scelta della scuola) un presepe pubblico.
Ancora più netta è la presa di posizione di due eurodeputate della Lega: Anna Maria Cisint, Susanna Ceccardi e Silvia Sardone hanno parlato di “sistematico annullamento delle radici cristiane”. Secondo Cisint “Vogliono cancellare il Natale attraverso l’eliminazione progressiva dei simboli che rappresentano la nostra cultura”, mentre Sardone ha ampliato il discorso parlando di situazioni che si verificano “ogni giorno. E assistiamo a episodi di censura religiosa che minano la nostra identità culturale”. Per Ceccardi, si tratterebbe di un segnale di cedimento a logiche di “politicamente corretto” che avrebbero già prodotto effetti in città come Bruxelles e Genova.
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