Dopo i nuovi rilievi effettuati in questi giorni nella villetta di Garlasco, non lontano da dove venne rinvenuto il corpo di Chiara Poggi, è stata trovata una nuova impronta
Emergono ulteriori elementi sul delitto di Garlasco che possono mettere in discussione la versione ufficiale dell’omicidio di Chiara Poggi e aprire nuovi scenari in merito ai soggetti coinvolti. Infatti, nei riscontri effettuati nelle ultimi giorni nella villetta di Garlasco, sarebbe spuntata una nuova impronta di scarpa, diversa da quella attribuita ad Alberto Stasi, che non era stata mai repertata dai Ris nei giorni susseguenti all’omicidio.

A distanza di diciotto anni, la Procura di Pavia ha deciso di riaprire le indagini legate al delitto di Garlasco, nel quale ha perso la vita la 26enne Chiara Poggi, massacrata con oggetto contundente, probabilmente un martello, all’interno della villetta in cui viveva con la sua famiglia. A essere condannato l’ex fidanzato Alberto Stasi, l’unico sospettato sin dall’inizio, e che dal 2015 sta scontando la pena nel carcere milanese di Bollate.
Potremmo essere alla nuova svolta
Era il 13 agosto del 2007 quando Chiara Poggi veniva uccisa a colpi di martello, all’interno della villetta dove viveva con la famiglia. Per l’omicidio, a essere condannato in via definitiva era stato l’ex fidanzato dell’epoca Alberto Stasi, oggi 42enne, che dopo ben tre processi, è stato condannato in via definitiva. Oggi però, dopo quasi diciotto anni, la procura di Pavia ha riaperto il caso a seguito di nuove tecniche di indagine che hanno permesso di utilizzare, ad esempio, i test del DNA. E adesso a essere indagato per concorso in omicidio è un amico del fratello di Chiara, Andrea Sempio.

La scorsa settimana gli uomini della Procura di Pavia sono tornati nella villetta di Garlasco alla ricerca di nuove prove. Grazie proprio all’utilizzo di queste nuove tecnologie, tra scanner laser 3D, droni e intelligenza artificiale, si sta cercando di ricostruire la dinamica del delitto con maggiore precisione e analizzare tutte le macchie di sangue che potrebbero essere sfuggite all’epoca in assenza dei ritrovati attuali. Proprio grazie a questi nuovi rilievi, la nuova indagine avrebbe rilevato la presenza di una traccia che non era mai stata repertata prima e che quindi all’epoca non era stata documentata.
Una traccia di scarpa
Poteva anche sembrare quanto meno insolito rientrare nella casa teatro del delitto per riesaminare ancora la scena, ma l’obiettivo era quello di effettuare una nuova BPA, la cosiddetta Bloodstain Pattern Analysis, ovvero un’analisi della distribuzione delle macchie di sangue, la traiettoria e la loro provenienza alla luce di nuove tecniche in possesso, per comprendere in modo scientificamente più accurato la dinamica dell’aggressione, le modalità dei colpi e le armi impiegate. In pratica quasi ripartire da zero nel cercare di capire quello che è successo quella mattina di diciotto anni fa.

Tutti i nuovi rilievi si sono concentrati in particolare tra il salone, luogo dell’aggressione, e l’ingresso della cantina, dove fu trovato il corpo. Esattamente sulla scala che porta al piano inferiore è emersa questa nuova traccia sul gradino, situata poco oltre l’orma della famosa scarpa con il battistrada a pallini che nel 2007 in pratica incastrò Alberto Stasi, poi unico condannato per il delitto.