Estradato Danilo Coppola, l’imprenditore in prigione in Italia: chi è e cosa succede

Fermato, estradato e finalmente arrestato. Dopo due anni di trattative, rogatorie, polemiche e indagini ulteriori, l’imprenditore romano Danilo Coppola è stato estradato in Italia dagli Emirati Arabi Uniti dove si era rifugiato da un paio d’anni.,

Era stato condannato nel 2022 a sette anni di carcere a causa del crac della società Porta Vittoria, ovvero un’azienda che aveva la titolarità di un progetto di riqualificazione immobiliare, ma che non è mai stato fatto a Milano, alla fine andata in bancarotta con un passivo di quattrocento milioni di euro.

Coppola fu arrestato nel 2016 e poi ancora nel 2019 per lo stesso motivo ma con una società diversa. A marzo del 2024, dalla procura di Milano è stata emessa nei suoi confronti un’altra condanna in primo grado per bancarotta a due anni e otto mesi per il caso “Porta Vittoria bis”. Insomma, un personaggio che è ben noto alle cronache giudiziarie per i suoi movimenti strani e tutti accertati.

E’ noto al grande pubblico per le vicende legate alla stagione dei cosiddetti “furbetti del quartierino”, meglio conosciuta come il tentativo di scalata alla Banca nazionale del lavoro, con un’inchiesta che nel 2007 aveva portato Coppola in carcere con accuse di “associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta, riciclaggio, falso e appropriazione indebita”.

Una vita nella corruzione, tentò di prendere la Roma

Imputazioni dalle quali era stato assolto in appello nel 2013, per poi essere condannato nel 2016. Dopo la condanna a sei anni in primo grado è stato estradato in Italia ed è stato imbarcato su un volo partito da Abu Dhabi.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha espresso soddisfazione per la decisione presa dalle competenti autorità giudiziarie e governative degli Emirati Arabi Uniti. “Vorrei esprimere la mia gratitudine al ministro Al Nuaimi – ha dichiarato il Nordio – questo sviluppo positivo nella cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi Uniti dimostra che per noi non può esservi nessuna impunità per chi commette crimini in Italia e cerca rifugio all’estero“.

L’immobiliarista era stato arrestato a dicembre su mandato d’arresto internazionale emesso dall’ufficio esecuzione della procura di Milano per scontare un residuo pena di 6 anni, 5 mesi e 12 giorni della condanna definitiva a 7 anni per il fallimento del Gruppo Immobiliare 2004, e delle società Mib Prima e Porta Vittoria.

C’è da dire che sull’imprenditore, pende anche un’altra sentenza di condanna (non ancora passata in giudicato) a 2 anni e 8 mesi, sempre per una bancarotta legata all’inchiesta su Porta Vittoria.