Rifiutare di sottoporsi a un test antidroga, con tanto di prelievo salivare da mandare in laboratori specializzati, come prevede il Nuovo codice della strada, può portare guai seri
Con il nuovo Codice della Strada, fortemente voluto dal ministro Matteo Salvini e introdotto nel novembre del 2024, le sanzioni per chi guida sotto l’effetto di droghe sono diventate più severe, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale e ridurre gli incidenti causati da comportamenti irresponsabili. È vietato quindi mettersi al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti, incluse le cosiddette droghe leggere come la cannabis.

Le nuove regole introdotte nel test antidroga, al momento di un controllo delle forze dell’ordine a un automobilista, obbligano chi è al volante a una verifica più approfondita attraverso un test salivare da inviare al laboratorio di tossicologia forense più vicino. Se ci si rifiuta si commette immediatamente un reato per il quale si può essere perseguiti.
Test antidroga per chi è al volante
Troppi gli incidenti sulle strade italiane. Una lunga scia di sangue che ogni giorno, ma soprattutto nei fine settimana, registra numeri da bollettino di guerra. Incidenti dovuti per la maggior parte dei casi all’imprudenza di chi si mette al volante o sotto l’effetto dell’alcol o della droga, anche quella considerata leggera. Il Nuovo Codice della Strada, arrivato a fine 2024, ha introdotto regole e soprattutto pene più severe, infatti farsi trovare sotto l’effetto di sostanze stupefacenti alla guida può comportare il ritiro della patente fino a tre anni.

Anche se una recente circolare del Ministero degli Interni ha introdotto una specifica molto importante nel giudicare caso per caso. Prima bastava infatti la semplice presenza di sostanze stupefacenti nell’organismo per essere sanzionati, ora occorre che queste influenzino effettivamente la capacità di guida. Ecco perchè le forze dell’ordine al momento di effettuare un controllo a un automobilista potrebbero richiedere un test salivare per accertare l’entità dell’eventuale droga assunta.
Rifiutarsi costituisce reato
Quella paletta esibita davanti alla nostra vettura ci indica di fermarci per un controllo considerato, normalmente, di routine, ma a quel punto entra in gioco anche l’esperienza e la sensibilità degli agenti che arrivano a capire dai primi comportamenti chi hanno davanti, seduto all’interno della macchina. Occhi lucidi, mucose nasali arrossate e scarsa attenzione, oltre magari a un pizzico di arroganza del tutto fuori luogo, portano immediatamente ad alzare il livello del controllo da parte delle stesse forze dell’ordine. Rifiutarsi di eseguire le verifiche richieste può arrivare a configurare un reato come ha stabilito una recente sentenza della Corte di Cassazione di Palermo del 26 settembre scorso.

La vicenda ha riguardato un automobilista siciliano che, una volta fermato per un normale controllo a un posto di blocco, si è rifiutato di sottoporsi alle analisi di laboratorio per un test antidroga per verificare l’eventuale assunzione di sostanze stupefacenti. Per questo è stato denunciato e poi condannato, il 21 settembre 2023, dal Tribunale locale per violazione del comma 8 dell’articolo 187 del Codice della strada. I giudici hanno dato così torto all’automobilista che aveva fatto ricorso alla prima sentenza perchè “la motivazione della Corte d’appello appare logica e congrua, nonché corretta in punto di diritto. E, pertanto, immune da vizi di legittimità”. I sintomi visivi come gli occhi lucidi, l’arrossamento delle mucose nasali e la scarsa attenzione giustificavano assolutamente la richiesta delle forze dell’ordine. Il suo rifiuto poteva essere interpretato come un’assunzione di colpevolezza.