I giovani tra i 16 e i 25 anni evidenziano una preoccupante tendenza: i dati sono terribili

Un recente studio, pubblicato da una prestigiosa Università, porta alla luce una situazione sempre più preoccupante: che sta succedendo alla popolazione più giovane

Cosa sta succedendo ai giovani? Per quale motivo è scattato un allarme su scala internazionale legato al loro stato d’animo, ai problemi che hanno evidenziato e ad alcune tendenze che sembrano sempre di più preoccupare gli addetti ai lavori? Un recente studio ha permesso di realizzare una fotografia dettagliata delle condizioni psicologiche dei ragazzi di oggi: evidenziando dei dati molto preoccupanti.

giovani stress e depressione
I giovani tra i 16 e i 25 anni evidenziano una preoccupante tendenza: i dati sono terribili – cityrumors.it

Sui quali riflettere con attenzione. Il dossier pubblicato, ha rilevato che i giovani europei e australiani, di età compresa tra 16 e 25 anni tentano sempre più spesso di togliersi la vita, sono protagonisti di gesti autolesionisti e manifestano pensieri suicidi in numero maggiore e in età più precoce rispetto alle generazioni precedenti. Dati che hanno confermato una tendenza evidenziata da Kids Helpline (Linea di Aiuto per Bambini) e pubblicati sul Guardian, e che mostrano come la proporzione di bambini piccoli che manifestano tendenze suicide stia aumentando a tassi “allarmanti”, iniziando addirittura dal sesto anno di età.

La ricerca, condotta dalla Dott.ssa Katrina Witt dell’Università di Melbourne e dal centro di salute mentale giovanile Orygen, ha analizzato i dati del National Study of Mental Health and Wellbeing dell’Australian Bureau of Statistics, 2020-2022. I 14.753 intervistati sono stati raggruppati in: Generazione Z (16-25 anni), Millennial (26-41 anni), Generazione X (42-57 anni) e Baby Boomer (58-76 anni). “La Generazione Z ha registrato i rischi più elevati per ideazione suicida giovanile, pianificazione, autolesionismo e tentativi di suicidio, con l’età di insorgenza più precoce,” ha rilevato lo studio, pubblicato sull’Australian and New Zealand Journal of Psychiatry.

Fattori di Rischio e Contesto

I fattori di rischio per questi comportamenti differiscono tra le generazioni. Per i più giovani (quelli della generazione Z, che vanno dai sedici ai venticinque anni), sono stati considerati due fattori di rischio su tutti:  l’essere stati testimoni di violenza da parte dei genitori, o l’aver vissuto un’esperienza (tra familiari, coetanei o attraverso la rete internet) di un suicidio. “Sebbene le politiche volte a ridurre i contenuti online dannosi potrebbero aiutare a mitigare l’esposizione all’autolesionismo e ai comportamenti correlati al suicidio, esse dovrebbero far parte di una strategia di prevenzione più ampia e multiforme,” ha concluso lo studio.

Ansia e depressione
Fattori di Rischio e Contesto  – cityrumors.it

Nelle generazioni più anziane, l’abuso sessuale infantile, i disturbi da uso di sostanze e lunghi periodi di malattia mentale non trattata erano più fortemente collegati al comportamento suicida. La Dott.ssa Witt ha dichiarato che “non esiste una singola causa” alla base della tendenza suicida tra i giovani. L’associazione con la malattia mentale e il suicidio è risultata meno forte rispetto alle generazioni precedenti, rendendo importante considerare risposte politiche al di fuori dei contesti sanitari tradizionali. “La Generazione Z è cresciuta in un periodo caratterizzato da rapidi cambiamenti sociali e da una costante connettività digitale,” ha detto. “Stanno vivendo insicurezza economica, ansia climatica e, naturalmente, gli effetti dirompenti del Covid-19 sul loro sviluppo sociale ed emotivo.”

L’Allarme di Kids Helpline e lo sguardo al futuro

Nieves Murray, CEO di Suicide Prevention, ha affermato che la ricerca evidenzia ciò che molte famiglie, scuole e servizi in prima linea hanno già osservato: “La Gen Z sta affrontando pressioni che sono sia diverse da, sia in molti casi più acute di, quelle delle generazioni precedenti.” Tra tutte le età, il 17,3% degli intervistati ha riferito di aver avuto pensieri suicidi, il 7,7% aveva fatto un piano di suicidio, il 9,2% si era autolesionato e il 5,1% aveva tentato il suicidio. Tra la Generazione Z, le proporzioni erano più alte: il 20,2% ha riferito pensieri suicidi, il 9,2% aveva fatto un piano, il 20,4% si era autolesionato e il 6% aveva tentato il suicidio.

Ansia
L’Allarme di Kids Helpline e lo sguardo al futuro – cityrumors.it

Tracy Adams,  la CEO di Yourtown, che gestisce Kids Helpline, un servizio di consulenza gratuito e confidenziale per giovani dai cinque ai 25 anni, ha confermato che l’11% dei bambini di 10 anni che hanno contattato il servizio nel 2025 ha riportato preoccupazioni legate al suicidio, rispetto al 4% nel 2012. Nel 2012, il 3% degli undicenni aveva discusso di tendenze suicide con Kids Helpline, salendo al 15% entro il 2025. “Ogni anno, vediamo bambini più piccoli chiedere aiuto in situazioni di crisi,” ha detto Adams. “Nel 2024, il bambino più giovane a ricevere supporto per un tentativo di suicidio aveva solo sei anni.”

Adams ha affermato che l’età media dei giovani che necessitano di supporto in crisi per tentativi di suicidio è scesa da 24 anni nel 2012 a soli 16 anni nel 2025. “Questo spostamento verso il basso è allarmante. Ci dice che il disagio legato al suicidio sta raggiungendo i bambini molto prima che mai,ha ribadito Tracy Adams. “Questi non sono solo numeri. Sono bambini che cercano di sopravvivere a un dolore travolgente”, ha concluso.

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