L’incubo di una coppia in Vietnam: muoiono avvelenati dal limoncello, regalo di Natale dei genitori. La tragedia che sconvolge una famiglia intera
Un regalo di Natale, un gesto d’amore e un’amicizia che si è trasformata in tragedia. Due persone hanno perso la vita. Un’intera famiglia è piombata nel dolore e nel senso di colpa.

È una storia che sembra uscita da un film. Purtroppo, però, è la terribile realtà di Greta Otteson, 33 anni, e del suo fidanzato Arno Els Quinton, 36. I due sono morti per un avvelenamento da metanolo. Era contenuto in una bottiglia di limoncello che avevano ricevuto in dono dai genitori di lei.
La storia ha inizio a novembre, quando Paul e Susan, i genitori di Greta, raggiungono la figlia e il suo fidanzato in Vietnam, dove la coppia gestisce una villa per turisti.
Innamorati del posto, i genitori trascorrono giornate idilliache, culminate con cene in un ristorante italiano, il “Good Morning Vietnam”, dove avevano assaggiato e apprezzato un delizioso limoncello fatto in casa. Un mese dopo, a Natale, i genitori decidono di fare una sorpresa alla coppia e ordinano una bottiglia di quel liquore, facendola recapitare nella villa dei ragazzi.
La ricerca di una giustizia impossibile
È stato un gesto d’amore, ma ha avuto conseguenze orribili. Quel limoncello, infatti, era stato preparato usando alcol per uso medico, una sostanza tossica e letale. Poche ore dopo averlo bevuto, Greta ha mandato un messaggio ai genitori: aveva “i postumi della sbornia peggiori della mia vita”, lamentandosi di vedere macchie nere.

Poi la situazione è precipitata. La mattina dopo, i corpi dei due fidanzati sono stati trovati senza vita in stanze separate. La polizia vietnamita ha aperto un’inchiesta e ha arrestato un barista del ristorante. L’uomo rischia dai 7 ai 15 anni di carcere.
Ma per i genitori di Greta non è abbastanza. Il loro dolore è diventato un’ossessione, una ricerca di giustizia che sembra non arrivare mai. Le ceneri dei loro figli, conservate in due sacchi, non sono ancora state seppellite. “Vogliamo giustizia“, ha dichiarato il padre Paul alla BBC. “Non possiamo andare avanti. Ogni mattina Susan mi chiede se ci sono novità. Ma non ci sono mai novità“.
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Un’attesa “insopportabile” che si scontra con la lentezza della burocrazia vietnamita. Intanto, il ristorante dove è stato acquistato il liquore è ancora aperto e non ha mai presentato scuse pubbliche. Una storia agghiacciante che mette in luce i pericoli nascosti di un turismo esotico e la difficoltà di ottenere giustizia in un Paese lontano.