Si chiude la vicenda legata a uno dei figli del presidente del Senato, ma la presunta vittima non la prende bene
Una vicenda delicata e scivolosa. In mezzo c’è uno dei figli del presidente del Senato Ignazio La Russa, un suo amico deejay e una ragazza, una vittima, che aveva denunciato tutti e due per revenge porn e inizialmente anche per un’accusa più grave come la violenza sessuale. Ma tutto è stato deciso e, in qualche modo, archiviato. Per ora.

Una storia che fece molto rumore qualche tempo fa anche perché una ragazza si era svegliata senza ricordare nulla ed era nel letto insieme a Leonardo Apache La Russa. Una situazione delicata, tanto che lei fece una denuncia per violenza sessuale e successivamente per revenge porn perché il video del rapporto sessuale era stato diffuso da un amico del figlio del presidente del Senato.
C’è stato un processo ed è stato deciso che, ad esempio, è stata ritenuta congrua l’offerta di 25 mila euro fatta da Leonardo Apache La Russa come risarcimento alla ragazza. C’è da dire che Il giudice per l’udienza preliminare aveva ritenuto estinto il reato di revenge porn annullando così il procedimento nei confronti di La Russa jr che se la sarebbe cavata anche grazie a una lettera scritta alla ragazza in cui esprimeva il proprio rammarico.
La ragazza non ci sta e annuncia ricorso
Se La Russa se l’è cavata, non si può dire lo stesso per l’amico condannato per revenge porn ad un anno di reclusione, anche se la pena è stata sospesa. Lui si chiama Tommaso Gilardoni ed è un dj che aveva avuto il video dallo stesso La Russa e poi il deejay stesso lo aveva inoltrato ad altre due persone, incorrendo in un reato grave, ma tecnicamente anche lo stesso La Russa.
Ma la vittima aveva già fatto sapere in un’altra udienza che non avrebbe accettato la cifra di 25.000 euro che il giudice aveva ritenuto congrua, considerato che la corte aveva accolto la richiesta dei difensori di La Russa. C’è da dire che la Procura si era apposta all’estinzione del reato nei confronti di La Russa perché riteneva non congrua l’offerta di denaro e che fosse necessario che il giovane si sottoponesse ad un percorso di recupero.

“Udienza importantissima oggi. Accertato reato ai danni della mia assistita. Riteniamo non condivisibile il giudizio di congruità emesso dalla giudice sulla somma offerta da La Russa jr. L’osservatorio civile, che fissa i principi di liquidazione dei danni indirizzati alle sedi civili e penali, quantificano per il reato di diffamazione a mezzo stampa anche importi superiori a 50 mila euro. Come fa ad essere soddisfacente una somma di 25.000 euro che per legge dovrebbe includere i danni morali, esistenziali e la dinamica delle relazionali conseguenti al reato contestato, oltre alle spese?”,le parole del legale della giovane Stefano Benvenuto, legale della giovane.





