Omicidio Maria Campai: l’autopsia svela la furia disumana del killer 17enne

L’autopsia sul cadavere di Mara Campai rivela dettagli agghiaccianti del modo in cui è stata uccisa. Si aggrava la posizione del killer

La ferocia con cui il killer 17enne si è scagliato sul corpo di Mara Campai, 42enne e madre di due figli, è disumana, secondo chi ha effettuato l’autopsia sul cadavere. Eseguita dal pomeriggio alla sera di martedì 1 ottobre, ha rivelato alcuni particolari agghiaccianti in merito alle modalità con cui l’omicida le ha strappato la vita nel garage della casa in cui viveva con la famiglia a Viadana, in provincia di Mantova.

Come lui stesso ha ammesso nel corso di uno degli interrogatori, per uccidere Mara Campai ha usato una mossa di wrestling che consiste nello stringere il collo della propria vittima tra braccio ed avambraccio. L’autopsia, però, ha rivelato anche una violenza inaudita che è andata oltre al soffocamento in sé e per sé.

L’autopsia

L’esame autoptico effettuato sul corpo di Mara Campai ha rivelato che, oltre alla mossa di wrestling già descritta dal 17enne, il killer si è scagliato su di lei con una violenza inaudita. Sul volto e sula testa sono stati riscontrati diversi segni di percosse, probabilmente riferibili a pugni scagliati proprio dal 17enne negli attimi prima dell’uccisione. Sempre dall’analisi del cranio, poi, sono emersi segni di contusioni causate probabilmente da delle spinte violente della donna contro il muro del garage di casa.

Secondo chi indaga, il 17enne aveva programmato l’omicidio nei giorni precedenti nei minimi particolari: dall’analisi dei suoi dispositivi, infatti, è emerso che aveva effettuato delle ricerche online su come uccidere una persona in poco tempo e a mani nude.

Ha provato a difendersi

Dalle prime indagini emerge che il 17enne avrebbe contattato Mara online chiedendole una prestazione sessuale su pagamento. La lite tra i due, però, sarebbe esplosa proprio a causa del mancato accordo sulla somma che il killer avrebbe dovuto darle in seguito a quella prestazione: quando la donna ha obiettato che i soldi che lui le aveva dato erano troppo pochi, lui avrebbe iniziato a colpirla violentemente. Dalle indagini è emerso che la 42enne ha provato a difendersi e ne sono prova i diversi segni che le sue unghie hanno lasciato sul viso e sulle braccia del 17enne ma, di fatto, non è bastato per salvarsi.

L’arresto

Dopo avere ucciso brutalmente la 42enne, il 17enne avrebbe trascinato il suo corpo esanime sino al giardino di una villa disabitata adiacente a casa sua e qui l’avrebbe nascosto sotto arbusti e foglie, in modo che non fosse visibile. Di fatto, per una settimana nessuno si è accorto di quel cadavere: dopo la denuncia di scomparsa presentata dalla sorella di Mara, però, i Carabinieri si sono subito diretti verso il 17enne ed hanno presto trovato il corpo della donna.

I Carabinieri si sono subito indirizzati verso il 17enne poiché l’amico di Mara che l’aveva accompagnata a quell’appuntamento, che la 42enne gli aveva descritto come di lavoro, l’aveva vista per l’ultima volta mentre si salutava e si scambiava una stretta di mano con questo ragazzino, dall’aspetto curato e con gli occhiali, dettagli che l’hanno tranquillizzato.