Stipendi più alti, il Governo accelera: pronto il piano della Lega

Disegno di legge per rilanciare le retribuzioni. Flat tax al 5% e sgravi per i giovani: ecco le proposte Governo e Lega

Di fronte a una stagnazione degli stipendi che pesa in particolare sulle giovani generazioni, la Lega ha messo a punto un disegno di legge per riformare il sistema retributivo, con particolare attenzione agli under 30. Il testo, che sarà presentato agli alleati nei prossimi giorni, punta ad adeguare gli stipendi all’inflazione e a dare una spinta decisiva ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali. Tra le misure proposte: una flat tax al 5% per i giovani lavoratori, sgravi contributivi per chi assume under 30, e una riduzione dell’IRPEF per i redditi medio-bassi.

La proposta della Lega
La Lega e la proposta per riformare la questione salari Cityrumors.it foto Ansa

L’iniziativa si inserisce in un momento di forte pressione sull’esecutivo affinché metta mano al potere d’acquisto degli italiani, eroso dal caro vita e dal rallentamento dei rinnovi contrattuali in diversi settori. La Lega, in particolare, mira a intercettare il malcontento giovanile, proponendo un pacchetto “shock” che renda più conveniente il lavoro regolare e più semplice l’ingresso nel mercato per i neolaureati e i diplomati.

Governo e Lega, dibattito nella maggioranza sulla legge delega

Ma il progetto leghista non è l’unico sul tavolo. All’interno della maggioranza di centrodestra prosegue il confronto sulla più ampia legge delega per la riforma fiscale e del lavoro, che prevede anche interventi sul salario minimo, incentivi alla produttività e una semplificazione del sistema contrattuale.

Sul lavoro e sui giovani
incentivi alla produttività e una semplificazione del sistema Cityrumors.it foto Ansa

Fratelli d’Italia spinge per un approccio graduale e prudente, mentre Forza Italia insiste su misure che incentivino la contrattazione aziendale. La Lega, invece, intende accelerare e portare in Consiglio dei Ministri il proprio ddl già nelle prossime settimane, sostenendo che “non è più rinviabile un intervento concreto e strutturale sul lavoro giovanile”.

In gioco non c’è solo il consenso, ma anche la tenuta sociale di un Paese che registra livelli di occupazione giovanile tra i più bassi d’Europa, e salari reali fermi da oltre un decennio. La sfida è ora tra visioni diverse di crescita, ma tutte consapevoli che, senza stipendi dignitosi, il rilancio economico resterà un’illusione.

 

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