A Cityrumors.it dopo la decisione dei giudici della Corte d’Appello, spiega la situazione l’avvocato dei due condannati: “Siamo delusi e sorpresi che le prove che abbiamo portato, e non sono di poco conto, non siano state prese in esame, ma non ci fermiamo”
“E’ una decisione che ci lascia amareggiati e perplessi, anche perché i giudici non hanno tenuto conto delle prove che abbiamo portato in aula, rispettiamo il procedimento, ma è una sentenza e tecnicamente ci pone delle possibilità che accoglieremo e porteremo avanti fino in Cassazione…“. Così il legale di Rosa Bazzi e Olindo Romano, Fabio Schembri che a Cityrumors.it ha spiegato la situazione e percorso l’iter che è stato fatto in questo ultimo anno insieme alla consulente del collegio difensivo e criminologa Roberta Bruzzone: “Abbiamo fatto un lavoro dettagliato e ricercato, con le cose che abbiamo ricostruito e portato in aula, si poteva e si può rifare un processo, almeno è la nostra opinione e il nostro lavoro, anche perché, secondo noi, durante le prime indagini ci possono essere delle criticità, ma non solo questo”.
Durante la sentenza dei giudici della Corte d’Appello, che non hanno concesso la revisione del processo ai condannati della strage di Erba, Rosa Bazzi ha accolto in lacrime la sentenza della Corte d’Appello di Brescia che ha ‘sbarrato’ la strada a quelle che la difesa considerava le “nuove prove” in grado di cancellare l’ergastolo e di rimettersi a fare il processo e soprattutto portare avanti delle nuove indagini. Secondo la consulente di parte Bruzzone, ci sono state diverse situazioni anomale nella fase preliminare delle indagini e tanti errori che non si possono “non considerare in una situazione del genere“.
Il collegio difensivo dei due condannati all’ergastolo è deluso per quello che è successo, tanto che, da come parla Schembri, non sembrava si aspettasse un simile risultato e, in qualche modo lo spiega a Cityrumors.it: “Abbiamo lavorato tanto, crediamo nell’innocenza di Rosa e Olindo, ma anche in una modalità di portare alcune cose in aula che, oggettivamente, non si possono non dico non considerare, ma quanto meno prendere in esame, anche perché ci sono stati degli errori e l’abbiamo inserito nella documentazione che, a nostro parere, dovrebbe servire ampiamente per poter rifare un processo“.
“Ad ogni modo è una decisione di cui prendiamo atto, ma non ci ferma nella maniera più assoluta, andremo in Cassazione, anche perché c’è un vizio di legittimità e andremo avanti su quel filone“, spiega e conclude l’avvocato Schembri.
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