Vittorio Rizzi, vicecapo della polizia, in un’intervista a ‘La Stampa’ lancia un chiaro messaggio a tutte le donne vittime di violenza.
Vittorio Rizzi in un’intervista a La Stampa lancia un chiaro segnale alle donne: “La polizia c’è. Sulla base delle esperienze mi sorprendono gli ultimi allarmi. Noi ai nostri operatori insegniamo proprio a non minimizzare o banalizzare. E’ questa la base della loro formazione“.
“Se però ci sono stati comportamenti non corretti – aggiunge il vicecapo della polizia – se qualcuno ritiene di aver subìto un torto, l’invito che facciamo è sempre quello di denunciare nei commissariati e non tramite social. Alle donne diciamo anche di segnalare uno schiaffo, altrimenti non possiamo trovare il presupposto per far emergere la violenza”.
“Facciamo nostro l’urlo delle donne”
Rizzi in questa intervista sottolinea che “Giulia Cecchettin rappresenta tutte le donne vittime di violenza dell’uomo e nella sua morte ci identifichiamo tutti. Credo che si sia levato un grido di dolore e siamo pronti a farlo nostro. Ma si tratta di un urlo che andrebbe rivolto contro gli stupratori e non contro chi si impegna con tutte le sue energie a contrastare questa violenza“.
“I commenti contro di noi non sono stati cancellati – spiega ancora il vicecapo della polizia – sono sui nostri profili e la data è sempre la stessa di quando sono stati pubblicati“.
“Le nostre iniziative contro la violenza ci sono da decenni”
Rizzi sottolinea anche che “le iniziative della polizia contro la violenza di genere sono note da decenni e in alcuni casi sono state anche pioneristiche e hanno addirittura anticipato l’entrata in vigore delle leggi. Nessuna strumentalizzazione deve far perdere fiducia nelle istituzioni“.