Voto o astensione? Il Referendum decolla o resta a terra

L’ombra dell’astensione si allunga sul prossimo referendum: l’Italia valuta se considerarla un’opportunità o un’occasione persa? 

Quando un cittadino sceglie di votare “Sì” o “No” in un referendum abrogativo in Italia, sta esercitando attivamente il suo diritto di influenzare una legge esistente. Il voto “Sì” mira ad abrogare, cioè ad annullare, la legge o parte di essa che è oggetto del quesito referendario. Il voto “No”, al contrario, esprime la volontà di mantenere la legge in vigore così com’è. Indipendentemente dalla posizione, recarsi alle urne e esprimere un voto valido significa partecipare attivamente alla decisione sul futuro di quella normativa. Questo voto, inoltre, contribuisce al raggiungimento del quorum, ovvero la soglia minima di partecipazione necessaria affinché il referendum sia considerato valido.

schede elettorali
Indicazioni tecniche sul voto al referendum cityrumors.it foto ansa

L’astensione dal voto in un referendum abrogativo, a differenza del voto esplicito, ha un impatto spesso decisivo. In Italia, per la maggior parte dei referendum abrogativi, è richiesto un quorum di partecipazione: devono recarsi alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto affinché il risultato sia valido. Se questo quorum non viene raggiunto, il referendum fallisce, indipendentemente dall’esito dei voti “Sì” o “No” espressi. Pertanto, chi si astiene contribuisce a non raggiungere questa soglia, favorendo di fatto il mantenimento della legge in vigore. L’astensione può essere una scelta consapevole, volta a invalidare il referendum, o un segno di disinteresse, ma in entrambi i casi il suo peso si misura proprio sulla percentuale di affluenza, determinando la validità stessa della consultazione popolare.

Astensione o voto, le regole della tornata del referendum: qualche chiarimento

La premier Meloni ha dichiarato di andare al seggio ma di non esprimere il suo voto. Questa possibilità è chiaramente permessa dalle direttive del ministero dell’Interno. Il professore Filippo Vari, ordinario di diritto costituzionale all’Università Europea di Roma ci chiarisce qualche dubbio procedurale. Per Vari, andare e non ritirare la scheda di voto è atto “in linea con la Costituzione”.
Meloni e il referendum
Tra i leader Meloni chiede l’astensione Cityrumors.it foto Ansa
Per Gaetano Silvestri, presidente emerito della Consulta, “nessuno può obbligare l’elettore a ritirare le schede”. Votare rimane un dovere cittadino, fatta eccezione per il referendum che, a seconda dell’interpretazione, può variare di opinione. Certamente, c’è dovere di voto ogni qual volta che lo Stato, chiama i suoi cittadini al voto.
Sono dunque state sollevate diverse interpretazioni della nostra Costituzione italiana. Andare a votare, referendum o no, rimane una delle più grandi possibilità di influenza spettanti al singolo cittadino. Pertanto rimane un sacro dovere sul quale riflettere, caso per caso, evento per evento.
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