Quando Al Bano ha saputo della famiglia che viveva isolata nel bosco e ha fatto un gesto molto generoso: offrire la sua casa in Salento.
A volte ci dimentichiamo quanta umanità c’è dietro ai personaggi famosi. Infatti, oggi parliamo di Al Bano e l’offerta che ha fatto alla “famiglia nel bosco”. Lui, che quella scelta di vivere lontano dal mondo l’ha fatta davvero negli anni Settanta, ha sentito qualcosa di familiare nel percorso di Nathan Trevallion, Catherine Birmingham e dei loro tre bambini.

E così ha detto una cosa che oggi suona quasi controcorrente: “Se hanno bisogno, vengano in Puglia. Ho una casa che posso mettere a disposizione. Se piace, possono restare quanto vogliono.”
Al Bano apre le porte della sua casa alla “famiglia nel bosco”
Al Bano sa bene quanta pace si può trovare vivendo in mezzo alla natura, proprio perché ha raccontato di aver lasciato la città e la comodità per vivere in un casolare senza acqua né elettricità, due chilometri e mezzo fuori dal paese. Un inizio spartano, quello che poi sarebbe diventato il suo mondo, costruito passo dopo passo.

Oggi Al Bano vive in una realtà completamente diversa, ma il cuore del progetto è rimasto quello: terra, silenzio, lavoro e famiglia. La sua grande tenuta a Cellino San Marco è un microcosmo tutto suo, con vigneti, uliveti, una masseria seicentesca e diversi edifici dedicati all’ospitalità.
L’immensa tenuta di Al Bano in cui c’è posto per tutti, anche per la “famiglia nel bosco”
Appena si entra, lo si capisce subito: il cartello “Tenute Albano Carrisi” introduce a un luogo che lui ha immaginato e che è riuscito anche a costruire.
La villa padronale è ampia, luminosa, rifinita in pietra leccese e carparo. Non si conosce il numero esatto delle camere, ma è chiaro che lo spazio non manca: figli, nipoti, amici… c’è posto per tutti.

Lo stesso Al Bano ha raccontato con un filo di orgoglio di quando Vittorio Sgarbi, dopo aver visitato la tenuta, ha telefonato alla sorella dicendo che un libro su “Al Bano architetto” sarebbe stato quasi doveroso.
Bisogna però specificare che fu Romina Power a spingerlo a credere in questo progetto, al punto che lui investì venti milioni di lire per portare la corrente con una cabina Enel. Da quel momento quel progetto è cresciuto sempre si più: una spa inaugurata nel 2020, una sala polifunzionale, una cantina imponente, un ristorante, un hotel chiamato “Felicità”, una piccola chiesa, gli uffici del suo team, una sala di registrazione e perfino un grande campo da calcio immerso tra gli ulivi.
Oggi le Tenute producono un milione e 800 mila bottiglie di vino l’anno e l’obiettivo, dice lui, è arrivare a cinque milioni. Ed è proprio da questo mondo fatto di amore per la natura e duro lavoro che nasce il gesto di Al Bano verso la “famiglia nel bosco”. Non un’offerta formale, ma qualcosa che assomiglia più a un invito a condividere un pezzo di quella vita che lui, tanti anni fa, ha scelto di costruire da zero.





