Per i regimi forfettari, nell’ambito delle partite IVA, c’è una scadenza molto importante da tenere attentamente in considerazione. Cerchia in rosso la data del 2 dicembre, ecco di che si tratta.
Dal punto di vista economico tutti quelli che hanno la partita IVA e che sono dei lavoratori autonomi sanno che dovranno fare i conti, praticamente ogni giorno, con delle scadenze da tenere bene a mente, dal momento che molto spesso le scadenze sono estremamente serie. In tal senso, ce n’è un’altra per l’anno in corso che è estremamente importante, come detto, ed è quella del 2 dicembre. E si tratta di un qualcosa da tenere bene a mente.
Il regime forfettario è stata una grande innovazione ed è uno strumento molto diffuso a livello nazionale. Il due dicembre c’è però una scadenza da tenere a mente ed ora andiamo a vedere in maniera dettagliata di che cosa si tratta. Auguriamo per questo motivo una buona lettura a tutti i nostri lettori, dal momento che è un discorso che richiede sicuramente molta attenzione.
Secondo quanto previsto dalla legge attualmente in vigore, i contribuenti forfettari sono tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi con compilazione del quadro LM e del quadro RS. Nel primo caso si tratta di dover determinare il reddito imponibile e l’imposta sostitutiva dovuta, mentre per il secondo sono indicati alcuni elementi informativi richiesti dall’Amministrazione finanziaria. A volte può capitare di non compilare quest’ultima parte e proprio in tal senso arriva una mano protesa importante da parte dell’ente in questione, vale a dire l’Agenzia delle Entrate.
Chi, infatti, non ha compilato il quadro RS, ha tempo fino al 2 dicembre per regolarizzare la propria posizione da questo punto di vista e porre rimedio. In questo modo si evitano anche delle sanzioni ed anche il pagamento di interessi a riguardo. Per questo motivo, è un ottimo modo per ovviare a dei potenziali errori che possono assolutamente capitare e che anzi, in alcuni casi, sono quasi fisiologici. In questo modo ci si può regolarizzare senza però dover sborsare un importo più alto gravato da sanzioni e da interessi.
Un aspetto non ancora adeguatamente approfondito ed analizzato dai tecnici ministeriali riguarda l’eventuale inserimento nel quadro RS di tutte quelle spese affrontate e sostenute per servizi fatturati legati alla sfera personale del professionista, in cui veniva indicato il codice fiscale in luogo della partita IVA.
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