Pensione anticipata 2026, batosta per i lavoratori: aumenta l’età pensionabile da gennaio

Non ci sono belle notizie per alcuni lavoratori. L’età per andare in pensione anticipata è in aumento da gennaio 2026: ecco le novità.

Nel corso degli anni sono stati numerosi i lavoratori che hanno deciso di uscire dal mondo del lavoro prima dell’età della pensione di vecchiaia, sfruttando la normativa italiana che permette di ottenere il trattamento pensionistico in anticipo dopo aver raggiunto un determinato numero di anni contributivi.

uomo e donna seduti sul divano e logo inps
Pensione anticipata 2026, batosta per i lavoratori: aumenta l’età pensionabile da gennaio – cityrumors.it

Negli ultimi giorni, a seguito delle modifiche riportata dalla Legge di Bilancio 2026 (che dovrà essere approvata entro fine anno), sono state sollevate delle questioni inerenti all’aumento dell’età pensionabile, in quanto è stato previsto un significativo allungamento della vita lavorativa per numerosi lavoratori.

La normativa in corso d’opera prevede che, a partire dal 2026, l’età per andare in pensione salga gradualmente. Un incremento che si verificherà anche alla pensione anticipata ordinaria. Una situazione che sta gettando nello sconforto numerosi lavoratori, con la CGIL che ha avanzato un’analisi preoccupante.

Pensione anticipata ordinaria 2026, aumenta l’età pensionabile: tutte le novità

Gli aumenti previsti dalla manovra finanziaria sono ancorati sull’aspettativa di vita, per questo è stato previsto di aumentare l’età pensionabile di 1 mese nel 2027 e poi di tre mesi nel 2028, questo sia per la pensione di vecchiaia (attualmente 67 anni) che per quella anticipata. La CGIL ha persò sottolineato un dato importante, spiegando che questo aumento non sarà uniforme per tutti.

banconote e monete
Pensione anticipata ordinaria 2026, aumenta l’età pensionabile: tutte le novità – cityrumors.it

Per i lavoratori che si trovano con redditi inferiori al minimale contributivo (circa 12.551 euro lordi annui), l’adeguamento dell’età è più dannoso, perché non si vedrebbe riconosciuto un anno di contributi, anche se ha lavorato e versato contributi per un anno. In poche parole, chi rimane sotto questa sogli, rischia di vedersi riconosciuti contributi inferiori a quelli erogati, con impatti diretti sull’assegno.

L’analisi del sindacato ha quindi spiegato che per cercare di compensare all’aumento di tre mesi dell’età pensionabile nel 2028, molti lavoratori potrebbero sentirsi costretti a dover lavorare fino a 5 mesi in più. Un meccanismo in cui i periodi di lavoro che non generano un anno di contributi pieni potrebbe comportare la necessità di prolungare il tempo di lavoro per arrivare ai requisiti necessari per ottenere la pensione. Stando alle stime della CGIL, da questa nuova normativa della Legge di Bilancio 2026 potrebbero essere coinvolti circa 5,1 milioni di lavoratori.

Ma anche dal punto di vista giuridico ci sono delle controversie, in quanto è una situazione che solleva questioni dal punto di vista dell’uguaglianza sostanziale e giustizia sociale. Per il momento, ricordiamo, che si tratta solo di una proposta e la manovra dovrà essere approvata entro il 31 dicembre 2025. Non resta che attendere e capire cosa accadrà da gennaio 2026 e quali saranno i reali cambiamenti per milioni di lavoratori italiani.

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