Chi percepisce questo tipo di pensione, rischia di perdere tutto. E’ iniziato un vero e proprio conto alla rovescia. Si deciderà tutto nelle prossime due settimane…
Il mondo delle pensioni è spesso al centro di polemiche, dibattiti e prese di posizione da parte delle istituzioni e dei contribuenti. Tra dibattiti, guerre interne tra sindacati e rischi sempre più evidenti da parte di una larga fetta dell’attuale forza lavoro, convinta di non riuscire a garantirsi un adeguato piano pensionistico, i contribuenti sono spesso costretti a fare i conti con novità e situazioni da valutare con attenzione: per evitare di incorrere in problemi seri per la riscossione di quanto dovuto.
L’ultimo caso, riguarda una particolare (e ampia fetta di lavoratori), che dovrà affrettarsi per evitare di perdere quanto dovuto. Esiste infatti una data specifica entro la quale sarà necessario muoversi per far valere i propri diritti. E non incorrere in spiacevoli problematiche relative alla riscossione. Il conto alla rovescia sta per terminare: mancano pochi giorni prima della scadenza.
Stiamo parlando dei lavoratori che percepiscono una pensione soggetta a limiti di cumulo. Nel nostro Paese non tutte le pensioni possono essere cumulate liberamente con altri redditi da lavoro o da pensione. Alcune sono infatti soggette a limiti di cumulo: ovvero, le persone che le percepiscono possono ancora lavorare e percepire altri redditi: ma solo entro certi limiti. Se vengono superati, c’è il rischio di vedere ridotta o addirittura sospesa la propria pensione. Bene, chi percepisce una pensione soggetta a limiti di cumulo con i redditi da lavoro autonomo, dovrà prestare attenzione ad una data specifica.
Entro il prossimo trentuno ottobre del 2025, dovrà infatti comunicare all’Inps, o all’ente previdenziale al quale è iscritto e per il quale ha collezionato contributi, i redditi percepiti nel corso dell’anno 2024: per la totalità dell’attività lavorativa svolta. Mancano poco più di due settimane per effettuare la comunicazione ufficiale. Nel caso in cui non venisse realizzata, il contribuente rischierebbe grosso. Il pericolo è di incorrere in una sanzione molto pesante: ovvero l’obbligo di restituzione di una somma pari all’intero importo della pensione percepita nell’anno a cui la dichiarazione si riferisce. L’importo viene trattenuto direttamente dall’ente previdenziale sulle rate future di pensione.
Questo obbligo riguarda tutti i cittadini che percepiscono una pensione con trattamenti non totalmente cumulabili con i redditi di lavoro autonomo. Stiamo parlando dei titolari di pensione o di un assegno ordinario di invalidità (nel caso in cui non rientrino nei casi di totale cumulabilità); dei titolari di pensione di inabilità che fanno parte del settore privato e della Gestione dei dipendenti pubblici; dei pensionati con trattamenti a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria o delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi per i quali vige ancora il divieto parziale di cumulo; per tutti coloro che hanno una pensione e che svolgono attività autonome (come ad esempio professionisti, collaboratori, lavoratori sportivi o magistrati onorari non esclusivi, se le loro pensioni rientrano tra quelle soggette al limite di cumulo) e per tutte le persone che percepiscono pensioni o assegni di invalidità ed hanno redditi da lavoro autonomo superiori a 7.781,93 euro nel 2024.
Come detto, mancano pochi giorni prima della scadenza ufficiale: sarà necessario presentare la richiesta esclusivamente online, accedendo con SPID, CIE o CNS al portale www.inps.it e selezionando il servizio “RED Precompilato”. Chi svolge lavoro autonomo anche nel 2025 deve presentare una dichiarazione preventiva dei redditi che prevede di conseguire. Su quella base l’Inps applicherà trattenute provvisorie sulla pensione, che verranno poi conguagliate nel 2026 in base ai redditi effettivamente dichiarati
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