Gli elettori hanno deciso di votare come sindaco, il cane di uno dei candidati: la risposta del Tar è clamorosa: “Sarà sindaco”
Incredibile, ma vero: nell’Italia delle polemiche politiche, dei contrasti infiniti, delle battaglie ideologiche e che ha visto inasprire il confronto nelle ultime settimane, con scontri verbali, manifestazioni e faccia a faccia duri e pericolosi, si registra una storia assurda: che sembra scritta ed interpretata da un abile drammaturgo: un uomo si è candidato come sindaco del suo paese. Gli elettori, hanno preferito votare il suo cane.

La storia è realmente accaduta a Porto Viro, un pase di tredicimila abitanti situato in Veneto, nella provincia di Rovigo, nel Parco Regionale del Delta del Po. A presentarsi per la poltrona di Sindaco c’erano due candidati: Mario Mantovan e Stefano Permunian. La lotta è stata dura, contrassegnata da una lunga battaglia politica che ha appassionato i residenti, con le innumerevoli divisioni. Alla fine l’ha spuntata uno dei candidati, con un margine esiguo: solo sette voti di differenza.
Il cane Thor sempre presente al fianco del candidato sindaco
Tra le schede conteggiate, e che sono risultate decisive, ce ne sono alcune che riportavano un voto particolare: che la cittadinanza di Porto Viro aveva assegnato a Thor, il cagnolino di Mario Mantovan : il candidato sindaco lo aveva trasformato in una sorta di mascotte, rendendolo partecipe della campagna elettorale. Era al suo fianco nei comizi, nei video postati sui social e in molte rappresentazioni popolari e incontri con il lettorato. Thor e Mantovan erano considerati da molti come una stessa persona. Tanto che molti elettori hanno indicato il cagnolino come preferenza sulla scheda elettorale.

Quando, nel corso dello spoglio, ci si è imbattuti nel nome Thor, nessuno ha avuto dubbi sull’assegnare il voto a Mantovani. Era stato sempre al suo fianco, aveva partecipato ad ogni tipo di iniziativa, tanto da essere ormai identificato come una sorta di candidato aggiuntivo alla poltrona di primo cittadino. Mantovan ha vinto le elezioni, ma lo scarto esiguo e le schede che riportavano come preferenza il nome del suo cane, hanno spinto l’avversario a contestare il risultato elettorale e a fare ricorso al Tar.
La sentenza del Tar del Veneto: “I voti sono validi”
Ma il responso è stato chiaro: secondo il Tribunale Amministrativo del Veneto, la vittoria di Mantovan non può essere messa in discussione: i voti assegnati al suo cane, sono stati accettati nel conteggio complessivo: secondo la sentenza, l’indicazione del nome del cane è stata interpretata come un elemento identificativo del candidato stesso, data la presenza costante dell’animale in campagna elettorale e nei profili social ufficiali. I giudici non hanno quindi riscontrato nessun tipo di irregolarità ed hanno confermato il successo del candidato a sindaco, respingendo il ricorso dello sfidante.

Una sentenza destinata a fare discutere: anche se all’interno del comune veneto, sono in molti a giustificare la scelta del Tar: il piccolo Thor, un Jack Russel che Mantovan ha sempre avuto al suo fianco, è stato scelto per confermare la preferenza al candidato sindaco, essendo stato sempre al suo fianco nei principali eventi politici che hanno anticipato il voto. La visibilità guadagnata, secondo il Tar, ha recitato un ruolo decisivo per l’elezione. Il tribunale amministrativo Veneto ha infatti confermato che Thor era diventato a tutti gli effetti una parte integrante dell’identità pubblica del candidato, al punto da renderne la menzione riconoscibile e inequivocabile per gli elettori.
La rabbia di Mantovan: “Una polemica inutile. Anche senza i tre voti per Thor avremmo vinto ugualmente”
Lo stesso Mantovan, attraverso un post sui social, ha commentato il clamore mediatico che ha accompagnato la scelta del Tar: “Abbiamo vinto con 7 voti di margine. Il giorno delle votazioni, ogni seggio era presieduto da un presidente, un segretario, quattro scrutatori (nominati dalla allora maggioranza) e quattro rappresentanti di lista (uno per ciascuna lista). Ebbene, con tutte queste persone a vigilare, le schede contestate sono state soltanto 3. Un mese dopo, la minoranza ha deciso di presentare ugualmente ricorso al TAR. Questo Ottobre il TAR, dopo aver analizzato attentamente la vicenda, si è pronunciato rigettando il ricorso e chiarendo che, anche se tutte e tre le schede fossero state annullate, avremmo comunque vinto con 4 voti di differenza. Non so chi stia continuando quindi ad alimentare queste polemiche, ma credo abbia ragione chi dice che si è già perso troppo tempo con questa vicenda”.