L’ultimo studio allarmante sulla diffusione di questa patologia evidenzia come le condizioni neurologiche sono la principale causa di malattia e disabilità nel mondo
“Ictus“ è il termine medico che indica un danno del tessuto cerebrale o la morte di una sua porzione, dovuti a un insufficiente afflusso di sangue a un’area del cervello. Esistono due forme principali che possono derivare da questa problematica, l’ictus ischemico, causato dalla mancanza di ossigeno e nutrimenti, e l’emorragia cerebrale, dovuta al sangue fuoriuscito da un vaso.
L’ictus è oramai riconosciuto come la terza causa di morte e la principale causa d’invalidità soprattutto nei paesi industrializzati, dove vengono registrati oltre 12 milioni di nuovi casi all’anno. Riconosce diversi fattori favorenti, tra quest’ultimi, i principali sono: l’ipertensione, l’aterosclerosi, il fumo di sigaretta e l’abuso di alcol.
Il ritmo frenetico delle nostre giornate, senza mai un attimo di pausa, sempre alle prese con problematiche diverse, lo sfrenato utilizzo di tutti i device in circolazione e l’impossibilità anche soltanto di sedersi per pranzare, portano una dose di stress quotidiano che non vediamo, ma che il nostro organismo e il nostro cervello invece finiscono per subire e patire. Proprio lo stress è oramai riconosciuto come uno dei rischi maggiori per il potenziale aumento di casi di ictus, una condizione che può portare a gravi conseguenze per la salute. Ogni anno infatti ci sono 12 milioni di casi di ictus (oltre 3 su 4 in paesi a basso e medio reddito) e oltre 7 milioni di morti per questa problematica che risulta essere per questo la terza causa di morte sul pianeta. E l’ultimo studio pubblicato sulla importante rivista scientifica Lancet Neurology, mette in guardia contro quella che sta diventando la malattia del XXI secolo, quello più industrializzato.
A fare il punto al riguardo è questo studio basato sull’analisi del programma di ricerca Global Burden of Disease, Injuries and Risk Factors Study, dalla cui analisi è emerso che tra il 1990 e il 2021 i casi di persone che hanno sofferto di ictus sono aumentati del 70%, toccando l’incredibile quota di 11,9 milioni. Le cause principali individuate sono tipiche dell’era moderna nei paesi industrializzati, come inquinamento atmosferico, fumo, alte temperature e fattori di rischio metabolici, a partire dal sovrappeso e la pressione alta. “La rapida crescita del numero di persone che sviluppano ictus, muoiono o restano disabili a causa dell’ictus suggerisce fortemente che le attuali strategie di prevenzione non sono sufficientemente efficaci”, afferma Valery Feigin, dell’Università di Tecnologia di Auckland. L’ictus è una patologia che si verifica quando l’apporto di sangue ossigenato a un’area più o meno estesa del cervello si interrompe o è fortemente ridotto.
L’improvvisa chiusura di un vaso sanguigno cerebrale impedisce alle cellule a valle di ricevere l’ossigeno e i nutrienti necessari alla sopravvivenza. Questo fenomeno indica la necrosi, più o meno estesa, del tessuto e la sospensione della funzione cui i neuroni morti erano preposti. Uno stile di vita più tranquillo, una dieta controllata, l’evitare alcuni eccessi, tra cui fumo e alcol, oltre a una diagnosi preventiva tramite controlli periodici, possono comunque ridurre la possibilità di essere colpiti da un ictus. Basti pensare che negli ultimi quindici anni i morti da ictus sono aumentati del 44% (7,3 milioni nel 2021) e la quantità complessiva di disabilità dovuta all’ictus è aumentata del 32%, passando da 121,4 milioni di anni di vita sana persi nel 1990 a 160,5 milioni nel 2021.
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