Da qualche anno, soprattutto nelle grandi città, succede qualcosa di strano.
Un segno, un oggetto, un rito che per secoli ha accompagnato il Natale sta lentamente scomparendo. Non svanisce all’improvviso, non fa rumore. Si dissolve in silenzio, come una candela che si consuma nella notte senza che nessuno se ne accorga davvero.
Ma chi osserva le tradizioni, chi studia i cambiamenti culturali, chi conosce il linguaggio dei simboli lo ha già notato: un pilastro del Natale sta cedendo.
E la cosa inquieta. Molto più di quanto ci si voglia ammettere.
Non è un collasso improvviso, ma un lento arretramento.
Nelle case moderne, sempre più minimaliste, non trova più spazio. Nelle scuole viene evitato per “non creare problemi”. Nei luoghi pubblici sopravvive spesso solo per volontà di qualche volontario appassionato che non si arrende alla standardizzazione delle festività.
Il paradosso è che, fino a pochi decenni fa, quel simbolo era considerato quasi intoccabile. In Italia, perfino gli artigiani napoletani di via San Gregorio Armeno — unici nel mondo per tradizione e abilità — ricordano che negli anni ’80 e ’90 “non si riusciva a stare dietro agli ordini”. Oggi, invece, molti laboratori storici hanno chiuso o si sono convertiti ad altri prodotti natalizi più commerciai.
Il fenomeno è globale.
In paesi come Francia, Belgio e Olanda, interi quartieri hanno abbandonato la tradizione. In alcune città statunitensi è ormai considerato “non necessario”, soppiantato da decorazioni impersonali e luci sempre più appariscenti.
Le nuove generazioni spesso lo associano a “qualcosa di antico”, non più sentito, non più trasmesso in famiglia.
Eppure, storicamente, proprio questo simbolo ha definito il Natale molto più di qualsiasi albero, renna o ghirlanda importata da culture lontane. Ha superato guerre, carestie, migrazioni. È comparso in piccole capanne di montagna come nei palazzi reali. È stato realizzato con materiali poverissimi in tempi di miseria o diventato una forma d’arte in epoche di splendore.
Il punto non è la nostalgia. E neppure la religione in sé.
La preoccupazione nasce da qualcos’altro: il timore che la scomparsa di questo simbolo riveli una perdita più grande.
Per secoli, questo elemento natalizio ha trasmesso una storia semplice ma decisiva: una nascita umile, un messaggio di pace, un invito alla speranza.
Toglierlo dalla festa significa togliere il filo che collegava nonni, figli e nipoti.
Non è solo oggetto religioso. È un codice culturale che ha plasmato l’arte, la musica, la letteratura e perfino il modo in cui percepiamo l’infanzia e la famiglia.
Molti lo dicono sottovoce: il Natale senza quel simbolo sembra più bello esteticamente, ma più povero dentro. Come un quadro senza la sua figura principale.
Eppure, il declino non è totale.
Inaspettatamente, alcune comunità stanno riportando in vita questa tradizione:
piccoli borghi italiani organizzano percorsi tra decine di rappresentazioni artigianali;
in Spagna aumentano i concorsi per le creazioni più originali;
negli Stati Uniti è nato il fenomeno delle “nativity parades”, cortei in cui si sfila con versioni moderne e creative;
in Brasile e Filippine, ogni anno il simbolo diventa un evento di quartiere che coinvolge centinaia di persone;
perfino in Giappone — dove la tradizione non è nativa — sta crescendo una comunità di appassionati che lo vede come un ponte culturale.
Segno che non è un oggetto qualunque: è un linguaggio che parla ancora, quando gli si dà spazio.
La sua scomparsa inquieta il mondo perché ci ricorda che la nostra identità culturale non è garantita. Va custodita, scelta, tramandata.
La verità è che questo simbolo non muore finché qualcuno lo difende. E ogni volta che lo si ripropone, anche in forma piccola e semplice, riprende vita.
Forse è proprio questo il punto:
in un tempo che corre veloce e svuota tutto, il mondo ha ancora bisogno di ciò che questo simbolo rappresenta.
Un messaggio che non passa di moda, perché parla di luce, di essenzialità, di rinascita.
Ed è per questo che la sua lenta scomparsa non può lasciarci indifferenti.
Una tragedia ha sconvolto la popolazione. Intorno alle 15 di oggi un autobus a due…
Doppio importo a dicembre per i pensionati ma non per tutti: scopriamo chi saranno i…
Un grave fatto di cronaca: un giovane ha ucciso in modo macabro una pensionata: la…
Una nuova speranza arriva da uno studio americano e da un poliuretano capace di autodistruggersi…
Hai posizionato il divano davanti alla porta d'ingresso? Sappi che è davvero una pessima idea,…
Una nuova truffa sta prendendo piede nelle ultime settimane: decine e decine di segnalazioni hanno…