Da una condanna di cinque anni ad una possibile scarcerazione dopo soli venti giorni. Il caso politico e giudiziario sta dividendo un intero Paese
Da 5 anni a venti giorni di carcere. La possibile scarcerazione di un noto personaggio politico, inasprisce il dibattito e porta elettori e la popolazione civile a porsi dubbi e interrogativi sulla reale portata delle sentenze. “Se non fosse un politico non sarebbe mai uscito così presto”, urlano sui social numerosi utenti. Ma c’è anche chi la pensa diversamente: “C’é stato un accanimento senza precedenti nei suoi confronti. Se venisse scarcerato sarebbe la testimonianza di una sentenza assurda”.

Due facce della stessa medaglia, due prese di posizione che porteranno l‘opinione pubblica a dividersi in modo ancora più netto. Ma cosa accadrà nei prossimi giorni? E per quale ragione il mondo politico e istituzionale si sta dividendo in modo così netto? Basta fare un piccolo passo indietro per capire cosa è accaduto e i prossimi sviluppi di una vicenda che sta facendo discutere.
Sarkozy potrebbe uscire dal carcere dopo venti giorni: che succede in Francia?
La storia giudiziaria che riguarda l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, continua a tenere gran parte dell’elettorato francese con il fiato sospeso. Per alcuni si tratta di una vittima del sistema politico e giudiziario. Altri sono convinti della sua colpevolezza e stanno già criticando una sua possibile scarcerazione. Anaïs Belouassa‑Cherifi, deputata della sinistra radicale ha ironizzato: “E per fortuna che qualcuno diceva che Sarkozy avrebbe pagato per tutti…”.

Domani, lunedì dieci novembre 2025, un tribunale di Parigi valuterà se concedere la scarcerazione preventiva a Nicolas Sarkozy, l’ex presidente francese, dopo appena 20 giorni di reclusione. Sarkozy è stato condannato a cinque anni di carcere per concorso in associazione criminale legata al finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 con fondi libici. Durante la sua carriera, dal 2007 al 2012, Sarkozy è stato il primo ex presidente francese dell’era moderna a essere condannato a pena detentiva effettiva. In passato era già stato condannato per corruzione, ma aveva scontato la pena tramite braccialetto elettronico.
La sentenza e le parole di Sarkozy: “Una gravissima minaccia”
La richiesta di rilascio anticipato si basa sull’articolo 144 del codice penale francese, il quale stabilisce che la scarcerazione in attesa dell’appello dovrebbe essere la regola, e la detenzione l’eccezione, salvo rischi di fuga, di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Nel verdetto del 25 settembre scorso, il tribunale ha stabilito che Sarkozy, nella sua qualità di ministro dell’Interno e poi candidato alla presidenza, ha “preparato una corruzione ai più alti livelli” tra il 2005 e il 2007 al fine di finanziare la campagna presidenziale del 2007 con fondi libici. Sebbene non sia stato provato che i soldi siano effettivamente finiti nella campagna, il complotto è stato giudicato penalmente rilevante.

Sarkozy respinge ogni accusa, definendosi vittima di un complotto orchestrato da esponenti del regime libico, in ritorsione per il suo ruolo nel 2011 nella caduta di Muammar Gaddafi. Ha sottolineato che non vi sono prove di arricchimento personale, e che è stato invece colpito per ragioni politiche. “Questa sentenza rappresenta una gravissima minaccia per lo Stato di diritto… Se vogliono assolutamente che dorma in prigione, lo farò, ma a testa alta… Sono innocente. Questa ingiustizia è uno scandalo. Non troverete mai un solo euro libico, neppure un centesimo, nella mia campagna elettorale”.
Oltre al caso principale, l’ex presidente francese è coinvolto in altri procedimenti: un ricorso pendente per finanziamento illecito della campagna elettorale del 2012, e un’inchiesta per tentata manipolazione di testimoni che lo vede tra gli indagati. Nel corso dell’udienza prevista, Sarkozy dovrà fornire garanzie che rispetterà le condizioni della sua eventuale libertà condizionale. Qualora la scarcerazione venisse concessa, potrebbe uscire dal carcere di La Santé (Parigi) nel giro di poche ore, ma rimarrebbe sotto supervisione giudiziaria.





