L’ex Guardasigilli ed ex deputato del Parlamento italiano torna a parlare e si scaglia contro i giudici e avvisa l’attuale ministro Nordio: “Troppo timido a volte”
E’ stato uno dei politici più trasformisti della nostra era, passando da un partito all’altro, ma su di lui c’è stato anche un accanimento politico, soprattutto quando Clemente Mastella è stato bersagliato ed è finito in mezzo ad una vera e proprio guerra tra la politica e la magistratura. “Manca coraggio, io subii una vera porcata“, ricorda l’ex deputato ora Sindaco di Benevento che avvisa l’attuale Ministro Nordio di essere “troppo timido a volte“.
Ricorda bene Mastella quello che è successo tra la magistratura e la politica, con lui che ci è praticamente finito in mezzo e non ha potuto fare granché per salvarsi, almeno in quel momento: “Diciamo che ci sono ancora dei filamenti di quel periodo. Ma attenzione, non è corretto parlare di guerra tra magistrati e politica, ma tra alcuni magistrati e alcune parti della politica. Una guerra che di certo continua ancora oggi, perché non appena si affaccia all’orizzonte un tentativo parlamentare o governativo che sembra toccare l’autonomia dei magistrati scattano elementi che creano tensioni, difficoltà, incutono paura. Tentativi, chiariamo bene, che non toccherebbero minimamente l’autonomia della magistratura perché nessuno vuole mettere il potere giudiziario in subordine rispetto al potere esecutivo”.
“Guardate cosa è successo a Crosetto, sembra quasi un partita di calcio”
Mastella ripercorre qualche tappa e quasi non gli sembra vero quello che è successo con il ministro Crosetto: “Si è scatenato il finimondo su di lui, è come una partita di calcio. C’è una squadra che attacca, cioè la politica, e una squadra che difende, cioè la magistratura. Se il difensore comincia a tirare calci al centravanti quello si prende paura e smette di attaccare, per paura di prendere un calcio più forte, magari nelle parti basse. Il dato sconfortante è che la politica è fatta di partiti che hanno sempre tifato per la magistratura così da ottenere lo scalpo del partito avversario, non capendo che prima o poi viene preso lo scalpo di tutti“.