Dopo la questione Sinner, ha fatto molto rumore la squalifica comminata alla tennista polacca numero due al mondo a seguito dei risultati positivi a un test anti-doping
Proprio qualche giorno dopo il termine della stagione ufficiale, con l’ultimo trofeo assegnato all’Italia vincitrice per il secondo anno consecutivo della Coppa Davis, il mondo del tennis è stato sconvolto da un secondo caso di positività dopo quello che ancora dovrà avere una sentenza definitiva del numero uno in campo maschile Jannik Sinner. Infatti, la polacca Iga Swiatek, una delle più forti in campo femminile, attualmente numero due al mondo della classifica WTA, è stata sospesa per 1 mese per essere risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza vietata.
A febbraio dovrebbe chiudersi il primo spiacevole capitolo della carriera di Jannik Sinner, poiché il Tas emetterà il verdetto definitivo sul caso Clostebol dopo che il numero 1 del mondo era stato prosciolto, ma la Wada ha fatto ricorso. In precedenza l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) aveva prosciolto il numero uno del ranking mondiale dall’accusa di doping non riscontrando colpa né negligenza, dopo che lo scorso marzo era risultato positivo a un test.
Lo scossone nel mondo del tennis
Forse qualcosa dovrà comunque essere fatto, sia in termini di regolamento sia in termini di percentuale riscontrabile, per dichiarare doping l’assunzione di una certa sostanza. Fatto sta che due casi di positività, a quanto pare non volontari, a sostanze vietate, hanno portato a indagare su due numeri uno al mondo sia in campo maschile, Jannik Sinner, sia in quello femminile, la polacca Iga Swiatek, oggi diventata numero due proprio per aver volontariamente saltato alcuni tornei, una volta constatata la sua positività.
Mentre il fenomeno azzurro è stato assolto dalle accuse perchè si appurato che il Clostebol era entrato in contatto tramite una pomata utilizzata da un suo fisioterapista, per la tennista polacca la trimetazidina trovata nelle sue analisi, tramite la contaminazione di un farmaco da banco che aveva assunto per problemi di jet lag, ha portato comunque a una squalifica di un mese, dopo aver saltato ben tre tornei nel finale di stagione. In molti però si sono chiesti perchè la Swiatek ha ricevuto comunque una squalifica mentre Sinner è stato assolto in attesa del ricorso presentato dalla WADA. La risposta potrebbe stare nella formula utilizzata per scagionare l’azzurro: “No Fault or Negligence“, al punto 117 della sentenza di Jannik Sinner, “nessuna colpa o negligenza”.
La differenza in una parola
Infatti nel comunicato che ha portato al mese di squalifica per la tennista polacca, l’ITIA ha accettato che il test positivo fosse causato dalla contaminazione di un farmaco da banco regolamentato, la melatonina, prodotto e venduto in Polonia, che la giocatrice stava assumendo per problemi di jet lag e sonno, e che la violazione non fosse quindi intenzionale. Per questo motivo il livello di colpa è appurato, ma considerato il più basso del range previsto. Inoltre la Swiatek ha impiegato 10 giorni per fornire una risposta in merito alla sua positività ed è stata poi fermata provvisoriamente dal 22 settembre al 4 ottobre scorso, saltando i tre tornei del turno asiatico che materialmente le avevano fatto lasciare il primo posto del ranking alla bielorussa Sabalenka.
Ecco perchè alla Swiatek restano solo 8 giorni di squalifica da scontare, per una sospensione che formalmente scadrà tra pochissimi giorni, il prossimo 4 dicembre 2024, un momento tra l’altro di pausa dell’attività. Per Sinner il verdetto parla di “nessuna colpa o negligenza”. La differenza può sembrare minima, ma sposta invece di molto la sostanza. In pratica, Sinner, secondo l’ITIA, non ha avuto colpe o negligenze nel suo caso di contaminazione. In pratica Sinner è riuscito a dimostrare che non poteva sapere e non poteva sospettare che il suo fisioterapista avesse avuto a che fare con quella sostanza, mentre la Swiatek avrebbe potuto, secondo le regole, lontanamente sospettare che la melatonina potesse essere contaminata.