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Tecnologia

Un social network sta per dare in pasto all’AI tutti i nostri dati: c’è solo un modo per evitarlo

Nei prossimi giorni uno dei social network più famosi ed utilizzati, utilizzerà i nostri dati sensibili per addestrare una propria Intelligenza Artificiale. C’è solo un modo per evitare che ciò si realizzi

La stragrande maggioranza degli italiani è iscritta e utilizza con regolarità i social network: chi per svago, chi per passare qualche minuto in leggerezza, chi per interfacciarsi con amici e parenti lontani, e chi per lavoro. Molti italiani infatti hanno cercato di trovare un’occupazione attraverso i social o hanno potenziato la loro rete di clienti o potenziali fruitori di servizi, sfruttando le varie piattaforme. Tra queste ne esiste una, nata proprio per il mondo del lavoro. Ma che nelle ultime ore ha preso una decisione che rischia seriamente di provocare imbarazzi e discussioni.

Un social network sta per dare in pasto all’AI tutti i nostri dati: c’è solo un modo per evitarlo – cityrumors.it – Pixabay foto

Stiamo parlando di LinkedIn, una piattaforma on line dove tutti possono promuovere la propria posizione lavorativa e cercare nuovi indirizzi utili. Milioni di italiani hanno creato il loro profilo, realizzando un vero e proprio curriculum vitae, ben visibile per tutti gli utenti: su LindedIn si possono visualizzare i profili e le carriere di molti utenti, rispondere a domande di lavoro ed evidenziare le proprie capacità, nella speranza di attirare l’attenzione di datori di lavoro.

Dal 3 novembre i nostri dati in pasto all’AI

Ma allo stesso tempo si può anche condividere foto, video e chat, come in un normale social network. LinkedIn sta per effettuare un passaggio molto delicato, che potrebbe scatenare polemiche e portare numerosi utenti a prendere posizione. Tra pochi giorni infatti, il popolare social inizierà ad utilizzare i dati personali degli utenti di tutta Europa per addestrare i propri sistemi di intelligenza artificiale generativa. Anche nel nostro Paese. Questo vuol dire che, tutti i dati che abbiamo pubblicato, e che ci riguardano in prima persona (i nostri lavori passati e presenti, le nostre abilità, le conoscenze, le nostre preferenze) saranno messe a disposizione di una sorta di cervellone elettronico.

Dal 3 novembre i nostri dati in pasto all’AI – cityrumors.it

La comunicazione ufficiale è arrivata nelle scorse ore. “Dal 3 novembre 2025 inizieremo a utilizzare alcuni dati degli utenti di Europa, Svizzera, Canada e Hong Kong per addestrare i modelli di IA finalizzati alla creazione di contenuti per ottimizzare l’esperienza e aiutare i nostri utenti a scoprire nuove opportunità – ha scritto LinkedIn nella comunicazione ufficiale pubblicata – Tali dati possono includere dettagli del profilo e contenuti pubblici, ma non includono i messaggi privati”. La società di proprietà di Microsoft ha quindi deciso di fare un passo in avanti dal punto di vista gestionale e tecnologico. Ma questa scelta porterà alla circolazione (più o meno diretta) di molti dati sensibili degli utenti.

Come bloccare il flusso dei nostri dati? Bisogna fare in fretta

Come fare per evitare che i dati vengano utilizzati per addestrare e sviluppare l’Intelligenza Artificiale del social network? Questa opzione sarà attiva di default, a meno che non si vada nelle impostazioni o si invii un modulo per disattivarla. Per impedire che il social network professionale – che in Europa conta oltre 160 milioni di iscritti – utilizzi i dati personali per addestrare la sua IA ci sono due possibilità. La prima, è di accedere nell’area Impostazioni del proprio profilo, andare nella sezione Privacy dei dati e disattivare l’opzione ‘Dati per migliorare l’IA generativa’, cliccando sull’apposito pulsante Sì-No.

Esiste poi anche una seconda opportunità: basterà infatti  inviare un apposito modulo a LinkedIn, che si trova a questo link: https://www.linkedin.com/help/linkedin/ask/TS-DPRO. Nei giorni scorsi il Garante italiano per la protezione dei dati personali ha reso noto di essere al lavoro con le altre Autorità europee per verificare che l’iniziativa di LinkedIn sia conforme alla normativa europea sulla privacy.

Paolo Colantoni

Amo scrivere, raccontare e leggere. Adoro i film, le serie poliziesche e la musica. Ho cantato con Michael Jackson (ho le prove) e collaborato con testate nazionali (Libero, Corriere dello Sport, Tuttosport e Radio 101), regionali (Rsa, Radio Incontro Olympia, Teleroma 56), siti e riviste. Enzo Biagi diceva che il giornalista è un “testimone dei fatti”. Noi proviamo ad esserlo della realtà di oggi.

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