AstraZeneca e giovani: i dubbi ignorati del CTS

Astrazeneca, ancora dubbi. Stavolta le riunioni del CTS al centro del dibattito. Quali i reali rischi collegati al vaccino?

Un documento esplosivo pubblicato da La Verità getta nuova luce sulle riunioni riservate del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) durante la pandemia. I video, acquisiti dalla Procura di Genova e trascritti dai NAS, mostrano come gli esperti fossero consapevoli dei rischi legati al vaccino AstraZeneca, soprattutto per i soggetti più giovani.

il vaccino covid
Luce su alcuni dubbi collegati ad Astrazeneca Cityrumors.it foto Ansa

Nonostante le preoccupazioni espresse internamente, la campagna vaccinale proseguì senza modifiche sostanziali, con il mantra di “non sciupare il patrimonio” comunicativo. Il caso di Camilla Canepa, la diciottenne deceduta dopo la somministrazione del vaccino, diventa il simbolo di una verità taciuta.

 

Astrazeneca: Le riunioni che sapevano tutto

 

Durante le sedute del CTS, i principali immunologi e dirigenti sanitari italiani discussero apertamente dei pericoli del vaccino AstraZeneca nei giovani. Sergio Abrignani, immunologo, affermò: “Soltanto una ragazza che muore, una soltanto, sapendo che gli si poteva dare come seconda dose RNA… io mi sentirei molto più confident a suggerire per motivi di sicurezza”. Giovanni Rezza, presidente dell’AIFA, fu altrettanto chiaro: “Ancora la mano sul fuoco non ce la metterei”.

Franco Locatelli, presidente del CTS, ammise ai PM di aver scritto al ministro Speranza definendo “inconcepibile” proporre AstraZeneca a una ragazza così giovane. Eppure, nonostante queste posizioni, il vaccino continuò a essere somministrato anche a soggetti sotto i 30 anni. Tra giugno e ottobre 2021, furono inoculate 1.244 prime dosi, di cui 44 a ragazzi tra i 12 e i 19 anni.

le riunioni sul vaccino
pericoli del vaccino AstraZeneca nei giovani Cityrumors.it foto Ansa

La logica che prevalse fu quella della disponibilità: i vaccini a mRNA non bastavano, mentre AstraZeneca era in abbondanza. Giorgio Palù, presidente dell’AIFA, sottolineò che una presa di posizione troppo netta avrebbe rappresentato “la pietra tombale” per il vaccino. Il caso di Camilla Canepa, ricoverata e poi deceduta a Genova, fu discusso in tempo reale durante una riunione del CTS. Eppure, il giorno dopo, il ministro Speranza annunciava pubblicamente di voler ricevere AstraZeneca, spingendo la campagna vaccinale con entusiasmo. Le carte acquisite dalla Procura raccontano una storia diversa da quella ufficiale: una consapevolezza diffusa, ma silenziata, in nome della strategia vaccinale. Una verità che oggi torna a galla, insieme alle responsabilità.

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