Aviaria mucche, cosa dice il divieto dell’Oms sul consumo del latte crudo?

Aviaria nelle mucche, cosa prevede il divieto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul consumo del latte crudo? Tutto quello che serve sapere in merito 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata fin troppo chiara: il consiglio, a tutti i Paesi, è quello di consumare quanto più latte pastorizzato possibile. Ed il motivo è fin troppo semplice ed intuibile: il virus è stato rilevato nel latte crudo negli Stati Uniti D’America, ma nel caso in cui dovessero essere effettuati i test preliminari mostrerebbero che la pastorizzazione tende ad ucciderli. Lo ha comunicato proprio il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

La nota dell'Oms
Aviaria nelle mucche (Ansa Foto) Cityrumors.it

Parole che arrivano nel corso dell’ultima conferenza stampa in merito ai temi sanitari caldi. Soprattutto dopo il diffondersi dell’epidemia di influenza aviaria A/H5N1 negli USA. Proprio l’epidemia che si è andata a diffondere, sempre di più, tra i bovini da lette e che è andata a coinvolgere ben 36 allevamenti di mucche da latte nel Paese statunitense. Numeri che hanno fatto scoppiare un vero e proprio allarme.

Aviaria nelle mucche, consiglio Oms: “Consumate latte pastorizzato”

Lo stesso direttore generale dell’Oms ci ha tenuto a precisare che, fino a questo momento, è stato rilevato solamente un solo caso umano. Più di 200 (per la precisione 220) sono le persone che sono state monitorate e che altre 30 sono state sottoposte a test. Fino a questo momento, dai laboratori, precisano che il virus non ha mostrato alcuni segnali di adattamento alla diffusione tra gli esseri umani.

La nota dell'Oms
Aviaria nelle mucche (Pixabay Foto) Cityrumors.it

Questo, però, non vuol dire affatto che non debba esserci una maggiore sorveglianza su quanto sta accadendo. In conclusione lo stesso Ghebreyesus precisa che il rischio per la popolazione generale è considerato molto basso. Quello che si trova in un livello che va tra basso e moderato sono le persone che sono esposte ad animali infetti. L’Oms, conclude, fa sapere che farà di tutto per cercare di dare un freno e che sarà pronta a rivelare nuovi dati qualora ce ne fosse ancora bisogno.

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