Bancomat completamente “fuori di testa”, un 24enne crede di farla franca ma adesso rischia sul serio: come il carcereÂ
Altro che “furbata”, adesso rischia seriamente che gli si aprano le porte del carcere. Tutto “colpa” di un bug allo sportello del bancomat. Tanto è vero che i soldi prelevati non sono stato affatto scalati dal suo conto. No, non si tratta affatto di un colpo di fortuna e nemmeno di un miracolo. Una vicenda che arriva direttamente dal Belgio, precisamente dalla cittadina di Gand, dove il protagonista di questo episodio è un ragazzo di 24 anni.
In 46 prelievi che ha effettuato si è intascato ben 90mila euro. No, non l’ha fatta per niente franca visto che è stato scoperto. Tanto è vero che si è dovuto presentare dinanzi al giudice. Le accuse nei suoi confronti sono molto gravi visto che si parla di frode. Cosa ha detto al giudice? A quanto pare il suo obiettivo era quello di aiutare un suo amico che, da poco a lì, si sarebbe dovuto sposare. Insomma, un importante “aiuto” economico.
In un primo momento il ragazzo era andato a prelevare 1.000 euro, anche se ne aveva bisogno di 2mila in più. Aveva aumentato il limite di prelievo della sua carta. Successivamente si è accorto che i prelievi non apparivano e sul suo conto non era stato addebitato nulla. Il suo primo pensiero non è stato affatto quello di informare la banca che c’era un errore. Anzi, pensava seriamente di aver fatto “bingo”. Ha effettuato lo stesso gesto per ben 46 volte, utilizzando anche la carta della fidanzata.
Quanto ha raccolto? 90mila euro in pochissime ore. Al promesso sposo, invece, ha dato 30mila euro. Gli altri se li è tenuti. Almeno questa è la versione dei fatti rivelata al giudice. A difenderlo il suo legale Ercan Tok che, in una intervista rilasciata ad “Het Nieuwsblad” ha dichiarato: “Il mio cliente voleva aiutare un amico che stava per sposarsi. Non si è accorto subito che il denaro era ancora sul suo conto. Non si tratta di un caso di rapina, perchĂ© non si è trattato di un furto deliberato“.Â
Parole che, però, non hanno per nulla convinto il giudice. Anche perché l’imputato si era accorto che durante il quarto-quinto-prelievo c’era un grave “bug”. Adesso la sentenza è prevista per l’11 marzo. Il pubblico ministero ha chiesto 18 mesi di carcere ed una multa di 4mila euro e la restituzione del denaro preso illegalmente.
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