Che fine fanno i soldati russi che disertano? Le clamorose testimonianze

Dal 2022 ad oggi sono quadruplicate le richieste di asilo da parte dei cittadini che cercano di lasciare la Russia. Ma esistono anche storie di soldati, che vivono in una sorta di limbo.

Alcuni hanno disertato, altri sono fuggiti, e c’è anche chi ha preferito farsi sparare una pallottola sulla gamba per poter evitare di andare al fronte e combattere una guerra che non riesce a condividere. Se da una parte la propaganda russa regala una fotografia distorta del Paese (annunciando che la totalità della nazione sostiene il conflitto in Ucraina e le politiche di Putin), esistono numerose storie di persone che vivono situazioni opposte.

Le storie dei soldati russi che hanno deciso di abbandonare il fronte ed ora vivono in un limbo, tra il rischio di tornare in Patria e lo scetticismo di chi dovrebbe accoglierli – Cityrumors.it – Foto Ansa –

Decine di uomini che hanno fatto di tutto per disertare e non partecipare al conflitto e che ora si ritrovano sospesi in una sorta di limbo. Senza conoscere il loro destino, bloccati tra richieste inevase di ospitalità, lo scetticismo di molti Paesi che non si fidano ad accoglierli, e la paura di rimettere piede in Russia. Storie incredibili, di persone che hanno fatto i conti con la loro coscienza e che ora si ritrovano costretti a nascondersi e ad avere poche certezze sul proprio destino.

Per gli Stati Occidentali ai quali si sono rivolti, rappresentano una minaccia: molti non si fidano, preoccupati dall’idea che possano essere spie o criminali di guerra. Molti non vogliono rischiare ripercussioni dalla stessa Russia, dove non possono più mettere piede, altrimenti rischierebbero almeno dieci anni di arresto: da scontare nelle stesse prigioni (e con il rischio di andare incontro ad un destino simile) che hanno ospitato Navalny e gli altri “dissidenti”. L’Indipendet ha avvicinato cinque ufficiali ed un soldato, che hanno scelto di disertare, rifiutandosi di partire per la guerra in Ucraina. Alcune delle storie che hanno raccontato sono incredibili e testimoniano una situazione ai limiti dell’assurdo.

Sono uomini che vivono nella paura e senza un domani: costretti ad una sorta di oblio dal loro rifiuto di partecipare alla spedizione in Ucraina. “Io non ho nessuna intenzione di uccidere un altro essere umano”, dichiara uno degli intervistati. “Ho fatto la cosa giusta”, conferma un altro; “Mi sono fatto sparare ad una gamba e lo rifarei ancora”, conclude un terzo uomo. Per la Russia sono dei traditori, per il resto del mondo una sorta di eroi: per le nazioni che non hanno risposto alla loro richiesta di asilo, rappresentano invece un rischio.

Che fine fanno i soldati russi che decidono di disertare. Le loro storie sono incredibili – Cityrumors.it -Ansa Foto –

“Ho fatto la cosa giusta”

Ha le idee chiare un ex soldato che si fa chiamare Sparrow. Si nasconde da due anni in Kazakistan e non ha partecipato alla guerra. “Ho fatto la cosa giusta”, dichiara senza remore. Attende da anni che la sua richiesta di asilo venga accettata. Dopo essere stato arruolato con la forza, è scappato dalla sua caserma perché non voleva uccidere nessuno. “Preferirei sedermi qui e soffrire e cercare qualcosa piuttosto che andare lì e uccidere un essere umano a causa di una guerra poco chiara, che è al 100% colpa della Russia. Non me ne pento”. Le richieste di asilo da parte dei cittadini russi sono aumentate dopo l’invasione in Ucraina, ma pochi stanno ottenendo protezione. I responsabili politici rimangono divisi sull’opportunità di considerare i russi in esilio come potenziali risorse o rischi per la sicurezza nazionale.

In Russia aumentano i disertori

Sparrow, non è l’unico caso di diserzione. Anzi. Secondo il media indipendente russo Mediazona, ci sono stati oltre 7300 casi documentati di processi in tribunale contro soldati che hanno deciso di disertare. Un numero record, destinato ad aumentare: nei primi due mesi di quest’anno infatti più di 500 persone hanno contattato Idite Lesom, o “Get Lost”, un gruppo gestito da attivisti russi nella Repubblica della Georgia, che si attivano per permettere a chi scappa da Mosca, di trovare una sistemazione. La scorsa primavera, solo il 3% delle richieste di aiuto proveniva da soldati che cercavano di andarsene; a gennaio, più di un terzo lo ha fatto, secondo il capo del gruppo, Grigory Sverdlin. Numeri importanti, anche alla luce dell’enorme rischio che si corre: la diserzione rappresenta infatti l’accusa più grave in un processo penale.

Nel complesso, il gruppo di Sverdlin afferma di aver sostenuto più di 26.000 russi che cercavano di evitare il servizio militare e di aver aiutato più di 520 soldati e ufficiali in servizio attivo a fuggire – una goccia nel mare rispetto alla forza complessiva delle truppe russe, ma un indicatore del morale in un paese che ha reso un crimine opporsi alla guerra. “Ovviamente, la propaganda russa sta cercando di venderci la storia che tutta la Russia sostiene Putin e la sua guerra”, ha detto Sverdlin. “Ma non è vero.”

Cosa accade a tutti i soldati russi che decidono di disertare? – Cityrumors.it

“Più silenzioso dell’acqua e più basso dell’erba”

“Abbiamo un proverbio: sii più silenzioso dell’acqua e più basso dell’erba”. A parlare è Farhad Ziganshin, un ufficiale che ha disertato poco dopo il decreto di mobilitazione di Putin del settembre 2022. Ha lasciato la Russia, si è presentato in Kazakistan ed è stato arrestato mentre cercava di imbarcarsi su un volo per l’Armenia perché le autorità locali hanno trovato il suo nome su una lista di ricercati russi. “Non è sicuro rimanere in Kazakistan”, ha detto Ziganshin. “Cerco solo di condurre una vita normale, senza violare le leggi del Kazakistan, senza essere troppo visibile, senza apparire da nessuna parte“. Sta ancora aspettando la sua domanda di asilo.

La sua storia è simile a quella di altri 57.000 russi che nel 2023 hanno cercato di abbandonare lo stato, presentandosi alle frontiere degli Stati Uniti; nel 2021 erano stati 13.000. Le richieste di asilo  sono quadruplicate, arrivando a quasi 9.000, nell’anno terminato a settembre 2022, secondo gli ultimi dati disponibili. 

“Ho partorito me stesso”

La storia di Evgenij (nome di fantasia) è incredibile. E’ stato immediatamente arruolato per andare in Ucraina, ha combattuto con l’esercito russo, è stato anche decorato con la medaglia d’oro al valor militare. Ma ad un certo punto ha deciso di dire stop. Ha organizzato un modo per lasciare il fronte e provare a tornare ad una vita normale. Si è fatto sparare una pallottola sulla gamba da un suo commilitone, indicandogli dove sparare e di evitare di colpire l’osso. Aveva con se i lacci emostatici che sarebbero serviti. Il dolore fu lancinante, ma Evgenij lo ha considerato come il prezzo da pagare per iniziare una nuova vita.

“Scherzo sul fatto che ho partorito me stesso”, ha detto, rifiutando di dare il suo nome completo per paura di ritorsioni. “Quando una donna dà alla luce un bambino, prova un dolore molto intenso e dona nuova vita. Mi sono dato la vita dopo aver superato un dolore molto intenso”. Evgenij è riuscito ad uscire dalla trincea, ma non a cambiare vita in modo completo.

Un altro ufficiale russo, soprannominato Sportsmaster, ha realizzato un video diario della sua fuga. Mentre stava per lasciare la Russia in forte opposizione con il governo e la guerra. “Volevano costringermi ad andare a combattere contro il popolo libero dell’Ucraina”, ha detto alla sua telecamera. “Putin voleva che fossi in una borsa, ma è la sua uniforme che sarà in una borsa”. Ha infilato le sue divise militari in due sacchi neri della spazzatura e li ha gettati in un cassonetto. “La cosa peggiore che sarebbe potuta accadere è successa”, ha detto dopo aver lasciato la Russia con i resti della sua vita precedente infilati in un piccolo zaino. “Ora stanno arrivando solo cose buone”.

Richieste di asilo da parte dei russi: chi le accetta e chi no?

Come si comportano i vari stati di fronte alle richieste di asilo da parte dei soldati o dei cittadini russi? Andrius Kubilius, ex primo ministro della Lituania ora in carica al Parlamento europeo, sostiene che accettare le richieste dei cittadini russi che si oppongono a Vladimir Putin è nell’interesse strategico dell’Occidente. Meno soldati russi al fronte, ha aggiunto, significa un esercito più debole. “Non credere nella democrazia russa è un errore”, ha detto Kubilius. “Dire che tutti i russi sono colpevoli è un errore”.

Molte persone che provano ad abbandonare il confine, chiedono asilo in Germania. I funzionari tedeschi hanno affermato che i russi in fuga dal servizio militare possono chiedere protezione, e un tribunale francese la scorsa estate ha stabilito che i russi che si rifiutano di combattere possono richiedere lo status di rifugiati. Ma la realtà sembra essere molto più complicata. La stragrande maggioranza dei disertori infatti, hanno dei passaporti che consentono di viaggiare solo all’interno degli stati dell’ex Unione Sovietica. Meno di 300 russi hanno ottenuto lo status di rifugiato negli Stati Uniti nell’anno fiscale 2022. E meno del 10% delle 5.246 persone, le cui domande sono state esaminate l’anno scorso, ha ottenuto una sorta di protezione dalle autorità tedesche.

Le richieste di asilo fatte alla Francia e alla Germania

In Francia, le richieste di asilo sono aumentate di oltre il 50% tra il 2022 e il 2023, per un totale di circa 3.400 persone, secondo l’ufficio francese che gestisce le richieste. E l’anno scorso, la Germania (secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno tedesco)  ha ricevuto 7.663 domande di asilo da cittadini russi, rispetto alle 2.851 del 2022. Nessuno dei dati specifica quanti fossero soldati.

 

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