Ci sono buone notizie per Chico Forti, l’uomo al centro di una controversa vicenda giudiziaria e da qualche tempo estradato dagli USA, dove era stato condannato per omicidio.
Una vicenda complessa e annosa quella che riguarda Chico Forti, l’imprenditore trentino su cui pende una condanna per omicidio, passata in giudicato negli USA e risalente al 2000: l’uomo, dopo varie pressioni partite oltre un decennio fa e concretizzatesi dal 2020 in poi, quando all’epoca era ministro degli Esteri l’ex pentastellato Luigi Di Maio, nel maggio 2024 è rientrato in Italia, accolto addirittura dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Dopo una breve detenzione a Rebibbia, dal penitenziario romano venne poi trasferito nel carcere Montorio di Verona: da allora, di lui si erano un po’ perse le tracce, fatto salvo per le dichiarazioni di un detenuto, che aveva sostenuto come Chico Forti si fosse messo in comunicazione, dentro al carcere, con un affiliato alla ‘ndrangheta, per chiedergli di “mettere a tacere” due noti giornalisti e un sindacalista della polizia penitenziaria.
Cosa è accaduto a Chico Forti negli ultimi mesi di carcere
Dopo quella denuncia, è stato aperto un fascicolo d’inchiesta e in molti sono intervenuti, compresi esponenti della maggioranza parlamentare, come la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, la quale ha spiegato che se quelle accuse fosse vere, Chico Forti avrebbe “tradito la fiducia che le istituzioni gli hanno dato”. Da parte sua, il detenuto ha negato tutto ciò che gli veniva attribuito e tramite il suo legale ha sottolineato di essere “caduto dalle nuvole” rispetto a quelle accuse.

Qualche mese fa, un altro tassello della vicenda veniva posto in essere dal tribunale di sorveglianza, che aveva negato la possibilità di svolgere attività lavorative e formative fuori dal carcere di Verona a Chico Forti, perché non sarebbero emersi “sentimenti di colpa o di autentico dispiacere per i familiari della vittima né per i propri familiari”, inoltre non ci sarebbe mai stato un risarcimento dei danni, anche solo parziale.
La concessione a Chico Forti di svolgere attività lavorative e formative fuori dal carcere
Ora arriva una sorta di retromarcia da parte dello stesso tribunale di sorveglianza, che proprio in queste ore ha fatto a Chico Forti un vero e proprio regalo per il nuovo anno: gli viene infatti adesso concesso di poter lavorare fuori dal carcere, oltre che la possibilità di svolgere altre attività formative, in un percorso di recupero del detenuto, che – vale comunque la pena ricordarlo – è stato arrestato per l’omicidio di Dale Pike nel 1998 e quindi è in carcere, ininterrottamente, da 27 anni.

Viene dunque ora accolta questa nuova istanza, con la richiesta di applicazione dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario: in tale modo, a Chico Forti sarà consentito, nei prossimi mesi, di uscire dal carcere per questioni lavorative e formative. Nello specifico, potrà frequentare un corso di formazione professionale per pizzaioli, oltre che fare volontariato con anziani e insegnare windsurf a persone con disabilità.





