Una notizia arrivata nella tarda serata e che sta creando un terremoto politico di vaste proporzioni e tutti sono stupiti
Terremoto politico. Nel momento di maggior funzionalità di governo, ecco che arriva una notizia che fa tremare il mondo della politica, soprattutto se si considera la persona e il partito che è stato coinvolto. C’è un’avviso di garanzia nei confronti di una persona che tutti conoscono e che tutti stimano.

Si tratta del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto che, sorpreso e colpito da quanto sta accadendo, è stato lui stesso ad annunciarlo a tutti con un video su Instagram: “Non avrei mai pensato di dover condividere con voi una notizia di questo genere. Per la prima volta nella mia vita ho ricevuto un avviso di garanzia, mi dicono nell’ambito di un’inchiesta più ampia, che coinvolgerebbe più persone“.
Sono state queste le parole del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, in un video postato sui social nella sua pagina ufficiale Instagram. A emettere l’avviso di garanzia, secondo quanto si apprende dalle forze dell’ordine, è stata la procura della Repubblica di Catanzaro che sta facendo alcune indagini su un possibile giro di tangenti, ma è ancora tutto da definire e chiarire. Di sicuro Occhiuto è indagato e con lui anche altre persone.
Un indagine avviata da alcuni articoli di giornale
L’indagine sarebbe clamorosamente partita da alcuni articoli pubblicati dal quotidiano Il Domani nei quali si faceva riferimento ad alcuni affari che riguardano proprio Occhiuto e un suo stretto collaboratore. Non solo. La guardia di Finanza, non tanto tempo fa, sempre secondo quanto scrive il giornale, avrebbe condotto accertamenti che hanno portato all’iscrizione sul registro degli indagati sia Occhiuto, il suo collaboratore e altre tre persone.
“Proprio a me – si chiede Occhiuto mentre spiega quello che gli sta succedendo – che in questi anni ho gestito la Regione con un rigore assoluto, che non ho fatto mai niente che si avvicinasse pure lontanamente a un’ipotesi di corruzione. Solitamente si dice ‘sono sereno, confido nella magistratura’. Sono sereno un piffero non sono sereno, perché essere iscritto nel registro degli indagati – anche a mia tutela, come mi dicono – per me è una cosa infamante: è come se mi avessero accusato di omicidio”.

Il presidente della Regione Calabria non ci crede e cerca di spiegare il suo punto di vista: “È una cosa inverosimile che io possa essere avvicinato ad una ipotesi anche lontanamente vicina alla corruzione. Ma io non faccio come quelli che quando passano dall’altra parte cambiano opinione. In questi anni ho detto ai magistrati e agli inquirenti che in una Regione come la Calabria bisogna indagare, indagare, sempre indagare fino in fondo. Fate la stessa cosa: indagate, indagate, indagate col massimo rigore, controllatemi tutto, perché io non ho fatto nulla di male”.