Il video integrale della riunione del comitato tecnico scientifico nei primi giorni di somministrazione del primo vaccino contro il Covid 19, pubblicato dal quotidiano La Verità, svela una verità inquietante
Erano indubbiamente giorni difficili. La pandemia oramai era dilagata, la paura era tanta anche a causa delle misure restrittive imposte ai cittadini. Ma soltanto oggi abbiamo capito che anche gli esperti che all’epoca erano stati chiamati a gestire la situazione navigavano a vista, soprattutto per quanto riguarda i possibili effetti collaterali del primo vaccino messo in commercio.

Il lockdown, le mascherine, il green pass, le restrizioni, le accortezze, ma anche le tantissime vittime. Il coronavirus ha cambiato tutto e ha segnato una sorta di spartiacque tra il prima e il dopo. Dai primi casi registrati a Wuhan fino al primo caso tutto italiano a Codogno. Da quel momento l’emergenza sanitaria è entrata nelle nostre vite e le ha cambiate per sempre. Soprattutto quando sono arrivati i primi vaccini che prima hanno diviso inesorabilmente anche noi stessi, tra i cosiddetti vaccinati che potevano continuare a fare una vita “normale” e i non vaccinati che invece venivano ghettizzati e denigrati soltanto perchè si erano posti già al tempo quelle domande che a distanza di anni stanno ricevendo risposte sempre più inquietanti.
Un vaccino che non dava nessuna sicurezza
Forse all’epoca la paura collettiva instillata in ognuno di noi da una campagna mediatica incredibile ha portato tutti a decisioni affrettate, ma in alcuni casi il rimedio può essere anche peggiore del male. Oramai è risaputo e provato scientificamente che i vaccini anti-Covid non avrebbero mai dovuto essere obbligatori e non avrebbero mai dovuto essere prescritti a bambini o donne in gravidanza, gruppi per i quali non furono mai testati. Troppe sono state le storie storie di un numero sorprendentemente elevato di casi di insufficienza cardiaca improvvisa, tumori maligni e gravidanze fallite nei giorni e nei mesi successivi alla distribuzione di queste vaccinazioni.

Conseguenze che moltissime persone hanno subito in maniera permanente e hanno provato a farsi riconoscere attraverso la via del risarcimento intentando cause diverse. Il quotidiano La Verità, da sempre in prima linea in questi anni per cercare di capire cosa è realmente accaduto in quei mesi di pandemia all’interno del Cts, il Comitato tecnico scientifico, del governo e di tutte le istituzioni, e quali furono le reali dinamiche che portarono a somministrare agli italiani obbligatoriamente dei vaccini non testati fino in fondo, ha pubblicato nell’edizione odierna il video integrale della riunione dove, nonostante qualche parere contrario e i casi già emersi, come quello della diciottenne ligure Camilla Canepi che proprio il giorno dopo questa famosa riunione muore in ospedale per le conseguenze del vaccino, il ministro Speranza conferma la decisione di andare avanti con le somministrazioni.
Una riunione surreale del comitato tecnico scientifico
Il 9 giugno del 2021 si tiene in videoconferenza una riunione straordinaria del Comitato Tecnico Scientifico. Le immagini sono state pubblicate oggi dopo essere state acquisite dai Nas di Genova nell’ambito dell’inchiesta per la morte della giovane Camilla che proprio il giorno dopo questa videoconferenza esalerà l’ultimo respiro a causa di una grave trombosi al seno cavernoso e conseguente emorragia cerebrale. La ragazza aveva ricevuto una dose del vaccino AstraZeneca durante un open day che in Liguria aveva consentito agli over 18 di chiedere la somministrazione dei farmaci anti-Covid a vettore virale.
Si è appreso dopo che la ragazza soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale. Nonostante questi primi casi, l’allora ministro della Salute Speranza durante la teleconferenza spinge per non fermare la campagna di vaccinazione, anzi vuole insistere per non far perdere credibilità di fronte all’opinione pubblica al suo dicastero e al governo in carica. Immagini e soprattutto parole agghiaccianti ad ascoltarle oggi, nessuna preoccupazione per la salute dei cittadini, piuttosto preoccupazione per eventuali cambi di strategia dovuti proprio alla fuga di notizie continue su casi di morte dovute alle dosi del vaccino incriminato.