Un sito italiano espone volti di donne senza consenso poiché si tratta di foto rubate online. Lo stesso sito chiede soldi per cancellarli.
Nel sottobosco digitale proliferano siti che violano la privacy, sfruttano l’immagine altrui e alimentano una cultura sessista. Tra i fenomeni più inquietanti, emergono piattaforme che pubblicano foto di donne senza autorizzazione, spesso accompagnate da commenti degradanti, e impongono un vero e proprio “riscatto” per rimuoverle. Questi spazi online non solo ledono la dignità delle vittime, ma pongono interrogativi urgenti su legalità, etica e protezione dei dati personali.

Diverse le tariffe offerte, dai pacchetti base ai premium. Una nuova frontiera dell’illegalità in grado di truffare. Molte le persone che hanno denunciato. Su Repubblica anche la testimonianza di una “vittima”. Donne ingannate, truffate e malintenzionati pronti ad avviare un business dalla poca privacy e dalla concorrenza “facile”.
Foto rubate online: dai drammatici racconti delle vittime ai prezzi shock
Il sito in questione, ora sotto indagine, raccoglie immagini di donne italiane, molte delle quali provenienti da profili social e le pubblica in sezioni divise per città, con contenuti sessisti e offensivi. Le vittime, spesso ignare, scoprono la presenza delle proprie foto solo quando amici o conoscenti le avvisano. Per ottenere la rimozione, il sito propone un tariffario: si va da 5 euro per una singola foto fino a 50 euro per l’eliminazione completa della pagina dedicata.

Le autorità stanno intervenendo, ma il caso solleva un problema più ampio: la facilità con cui l’identità digitale può essere manipolata e monetizzata. L’assenza di controlli efficaci e la lentezza delle procedure di rimozione rendono queste pratiche ancora più pericolose. Intanto, cresce la pressione pubblica per una normativa più severa contro la diffusione non consensuale di immagini e contenuti online.