Guerra in Ucraina, il ministro degli esteri russi avanza dubbi su possibile incontro in Vaticano

Nella ancora forte contrapposizione anche dialettica tra Ucraina e Russia, oggi si registra la precisa presa di posizione del capo della delegazione russa Lavrov

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha messo in dubbio che i colloqui di pace tra Russia e Ucraina possano tenersi in Vaticano, affermando che per la Santa Sede stessa non sarebbe confortevole ospitare due Paesi di fede prevalentemente cristiano ortodossa. Era stato il presidente americano Donald Trump, al termine della telefonata con quello russo Vladimir Putin, a paventare la possibile Santa Sede come territorio neutrale per una trattativa di pace.

No al Vaticano
Guerra in Ucraina, il ministro degli esteri russi avanza dubbi su possibile incontro in Vaticano – Cityrumors.it – Ansa foto

Anche se la guerra in Ucraina è giunta al giorno 1.185, quello di oggi possiamo però definirlo come un giorno diverso dagli altri. Infatti Russia e Ucraina hanno cominciato quello scambio di prigionieri concordato negli ultimi negoziati di Istanbul, che proseguirà nei prossimi giorni. La Russia ha restituito all’Ucraina 270 prigionieri e 120 civili, in risposta sono stati rimpatriati 270 militari russi e 120 civili, tra cui alcuni civili della regione di Kursk catturati dalle forze armate ucraine.

Un negoziato sempre più difficile

Quello che sembrava un deciso passo in avanti, dopo la telefonata intercorsa tra il presidente USA Trump e Vladimir Putin, si è rivelato ancora una volta uno stallo di posizioni ancora troppo distanti tra Russia e Ucraina, per provare a sedersi intorno a un tavolino e cominciare una vera trattativa per giungere a una pace. Lo scambio di mille prigionieri tra i due contendenti, deciso nell’ultimo vertice che si è tenuto in Turchia, è comunque un segnale incoraggiante.

Scenario futuro
Un negoziato sempre più difficile – Cityrumors.it – Ansa foto

Ci si aspettava molto da quella “indiscrezione” rilanciata proprio da Donald Trump del Vaticano come sede per l’inizio dei negoziati, ma oggi l’ennesima doccia fredda su questa possibile proposta è arrivata direttamente dal Cremlino. “E’ irrealistico”, ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, a un’agenzia di stampa russa, “vorrei dire che non si dovrebbero sprecare le capacità intellettuali elaborando opzioni che non sono molto realistiche. Immaginate il Vaticano come sede dei negoziati: direi che è un po’ inelegante che Paesi ortodossi discutano questioni relative all’eliminazione delle cause profonde su una piattaforma cattolica”, ha aggiunto Lavrov.

Cosa accadrà adesso

Per il momento insomma non si trova né il tempo, né il modo, né tantomeno una sede per intavolare una qualsiasi trattativa, cosa che comunque lo stesso Trump aveva lasciato intendere nel corso della telefonata avuta con i leader europei lo scorso lunedì dopo il suo colloquio con Vladimir Putin, quando avrebbe rivelato che il presidente russo non sarebbe pronto a porre fine a un conflitto che a suo dire sta vincendo. Lo stesso Lavrov però non ha chiuso totalmente a un secondo incontro tra le parti dopo quello avvenuto in Turchia da Erdogan. “Sì, siamo tutti favorevoli a colloqui, sì, ecco perchè ci sarà un secondo round. Gli ucraini lo hanno confermato”, ha aggiunto il ministro degli esteri.

Possibile incontro
Cosa accadrà adesso – Cityrumors.it – Ansa foto

E una volta scartata la Santa Sede ecco spuntare la Svizzera come possibile alternativa per sedersi di nuovo intorno a un tavolo. “La Svizzera ha confermato la propria disponibilità a ospitare futuri incontri volti a raggiungere una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina”, ha scritto su Telegram Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo il colloquio avuto con il consigliere per la sicurezza nazionale elvetico, Gabriel Lüchinger.

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