La fine dei soldi del ministero della cultura nel 2020, finiti nelle mani di un killer. La questione fa discutere.
Francis Kauffman aveva ottenuto un finanziamento pubblico dal Ministero della Cultura pari a 836mila euro per la realizzazione del film Stelle della notte, un’opera che, nelle intenzioni dichiarate, avrebbe dovuto valorizzare il patrimonio artistico italiano e promuovere nuovi talenti nel panorama cinematografico nazionale. Il progetto, approvato nell’ambito dei fondi selettivi destinati al sostegno della produzione, era stato presentato come un’opera di rilievo culturale e con un piano di distribuzione internazionale.

Tuttavia, secondo quanto emerso, la realizzazione del film non è mai stata completata e le risorse erogate sembrerebbero non aver prodotto alcun risultato concreto. La vicenda ha sollevato interrogativi sull’efficacia dei controlli post-finanziamento e sull’opportunità di rafforzare i criteri di verifica da parte degli organi competenti. Il Ministero, nel frattempo, ha avviato un’istruttoria per accertare eventuali responsabilità e recuperare i fondi pubblici.
Giuli sui soldi della cultura a Kaufmann: c’è sgomento
Un finto regista e una storia finita in tragedia, a Roma. Non è una commedia noir, è una trista realtà che ha sconvolto tutti, compreso il Ministero della cultura italiana. L’attuale ministro Giuli si è detto sgomento.

Francis Kaufmann, al centro del tragico caso di Villa Pamphilj e accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia Andromeda, figura tra i beneficiari di un cospicuo finanziamento pubblico. Nel novembre del 2020, il Ministero della Cultura gli aveva infatti concesso 863 mila euro sotto forma di fondi tax credit, destinati alla produzione di un film su Roma che, secondo quanto emerso, non sarebbe mai stato realizzato. La richiesta era stata presentata nell’ambito delle misure a sostegno del cinema e dell’audiovisivo, ma non avrebbe avuto seguito concreto sul piano produttivo.
Il provvedimento che autorizzava il finanziamento porta la firma del direttore generale cinema e audiovisivo Nicola Borrelli. Il fatto sotto la direzione politica dell’allora ministro Dario Franceschini, nel secondo governo Conte. Il nome di Kaufmann compare tra centinaia di altri beneficiari. Alla luce dei fatti recenti, il suo caso solleva interrogativi sulla trasparenza delle assegnazioni e sull’effettivo controllo dell’uso dei fondi pubblici da parte delle istituzioni.