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Cronaca

Il papà con migliaia di figli, la storia terribile che è diventata documentario Netflix: tutta la verità

Una buona azione che va oltre la legalità: la storia dell’uomo che ha messo al mondo migliaia di figli e le conseguenze genetiche.

Capita a tutti di leggere un giornale e rimanere catturati da una notizia, magari perché sconvolgente o, più banalmente, perché colpisce particolarmente la propria sensibilità. Eppure Suzanne, la protagonista di questa vicenda, quella storia l’ha sentita sua, o meglio, ne era coinvolta inconsapevolmente insieme alla moglie Natalie.

La storia dell’uomo diventata un documentario Netflix – cityrumors.it

L’articolo di giornale nel quale le donne si erano imbattute riguardava un donatore seriale di sperma nei Paesi Bassi, dove la coppia risiede. Il nome Jonathan Meijer compariva più volte accanto a un disegno che, come affermato da Suzanne, assomiglia inquietantemente a Jonathan, l’uomo che credevano essere il padre del loro unico figlio di 11 anni.

La notizia rivelava che Meijer, che aveva promesso alle due donne di donare sperma solo a poche famiglie, poteva essere il padre di ben 1.000 figli in tutto il mondo, infrangendo regole internazionali. E creando una rete intricata di famiglie ignare. La storia, apparentemente banale quanto importante, ha dato vita a un vero e proprio documentario su Netflix. Nel quale si raccontata una realtà sconosciuta a tanti.

L’uomo che voleva espandere il suo patrimonio genetico: la storia diventa un documentario Netflix

La scoperta della coppia sulla vera identità del suo donatore di sperma ha segnato l’inizio di un viaggio tumultuoso per Suzanne e Natalie, documentato nel prossimo documentario di Netflix: ‘The Man With 1000 Kids’, uscito il 3 luglio. Il film esplora le conseguenze delle azioni di Meijer, intervistando altre famiglie colpite e professionisti impegnati nel frenare questi comportamenti illegali.

Donazioni di sperma: il caso che ha lasciato le famiglie sotto shock – cityrumors.it

Il documentario rivelerebbe che, nonostante il divieto imposto nei Paesi Bassi e le sanzioni finanziarie, Meijer continuerebbe a diffondere il suo seme senza scrupoli. Questo, con un velo di altruismo distorto o di mero desiderio di creare una sua prole diffusa globalmente. Mentre Suzanne e Natalie cercano risposte e giustizia, si confrontano con le difficoltà di regolamentare la donazione di sperma su scala internazionale e la mancanza di trasparenza nelle cliniche e nei siti privati.

Uno degli aspetti più allarmanti di questa storia è il rischio genetico derivante dall’elevato numero di figli di Meijer. Con così tanti bambini che condividono gli stessi geni, sorge il pericolo di consanguineità, quando parenti biologici possono involontariamente avere relazioni sessuali.

Questo fenomeno, noto come attrazione sessuale genetica, sarebbe già stato osservato tra fratelli nati da donatori negli Stati Uniti. Per tale motivo, rappresenta una minaccia particolarmente grave nei Paesi Bassi, dove Meijer ha donato ampiamente in un’area geografica ristretta.

La storia raccontata dal documentario Netflix (cityrumors.it)

Come affermato dalla donna su Time.com, gli incontri non sono poi così rari: è stato osservato come in un asilo pubblico sarebbero stati, infatti, presenti ben 3 figli di Jonathan. Ovviamente, senza che nessuno lo sapesse. Come se ciò non bastasse, il documentario rivelerebbe anche pratiche disturbanti di Meijer, come il mixaggio del suo sperma con quello di altri per vedere chi ‘avrebbe vinto’.

Un comportamento irresponsabile e pericoloso che dimostrerebbe un totale disprezzo per le normative e per la salute dei bambini concepiti. Le donne coinvolte in questo progetto sperano che il loro racconto porti consapevolezza sul tema della frode nella fertilità e rafforzi le regolamentazioni. Questo sia per sensibilizzare i trasgressori, che donare maggiore consapevolezza alle famiglie.

Daniela Guglielmi

Potrei dire di essermela cercata, ma la verità è che la scrittura ha trovato me. Classe '94, scrittrice per caso e oggi redattrice a tempo pieno. La mia avventura con la scrittura è iniziata per gioco, quando qualche anno fa ho mollato tutto per ritrovare me stessa. Da allora collaboro con diverse riviste e blog, trasformando un semplice passatempo in una carriera a tempo pieno. Non amo la superficialità: mi nutro di approfondimenti e cerco sempre di andare oltre l'apparenza delle cose.

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