Arie Kacowicz, giurista dell’Università di Gerusalemme, in un’intervista a ‘La Stampa’ si sofferma su Israele e respinge le accuse arrivate nelle scorse settimane.
La guerra tra Israele e Hamas continua senza sosta. E, ai microfoni de La Stampa, Arie Kacowicz, giurista dell’Università di Gerusalemme si sofferma sulla vicenda e respinge le accuse arrivate al governo di Netanyahu: “Non si sta commettendo nessun genocidio. Le accuse all’Aja sono aberranti, ma ora si deve pensare a trovare una soluzione per sconfiggere Hamas“.
“E’ chiaro che la campagna militare di Israele non rientra nella definizione di genicidio – spiega l’esperto – perché l’obiettivo è Hamas e non la popolazione. Al contrario il ribelle palestinese punta ai civili“.
L’esperto chiude alla possibilità di un cessate il fuoco immediato. “Non penso che ci sarà un divieto immediato delle azioni militari di Israele – ammette il professore – ma si potrebbe chiedere un aiuto umanitario più efficace e una riduzione della violenza. Nel frattempo, l’Idf si sta muovendo verso una fase più mirata e meno violenta nella guerra contro Hamas“.
“Penso che dovrebbe essere nell’interesse di Israele aumentare gli aiuti umanitari e ridurre la prospettiva di una carestia – aggiunge Kacowicz – ma la priorità in questo momento deve essere il rilascio degli oltre 130 ostaggi ancora tenuti prigionieri a Gaza“.
Kacowicz conferma che la “guerra si sta diffondendo in tutto il Medio Oriente e la grande domanda è se avverrà un conflitto che porterà ad una escalation tra Israele e Hezbollah, che risulterebbe catastrofica per Israele, ma anche per il Libano. La maggior parte dei libanesi non vogliono una guerra e dubito che Hezbollah o addirittura l’Iran desiderino uno scontro a pieno titolo“.
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