Un ragazzo di 21 anni, di origine pachistana e residente a Reggio Emilia, dopo anni di lavori precari, aveva appena firmato un contratto regolare
A volte la vita è così beffarda che risulta difficile trovare una spiegazione logica nel destino che ci riserva. Una famiglia di origini pakistane, dopo anni in cui il capofamiglia si era trasferito in cerca di fortuna in Italia da solo, era riuscita finalmente a riunirsi. Il più piccolo dei tre figli, di soli 21 anni, dopo due anni era riuscito a ottenere l’agognato permesso di soggiorno riuscendo così a trovare anche un lavoro regolare. Ma il fato ha deciso per un tragico finale.

È la nona persona deceduta utilizzando un monopattino elettrico nei primi quattro mesi del 2025, secondo i dati dell’Osservatorio curato dall’Asaps (l’Associazione sostenitori amici della polizia stradale), otto di queste erano uomini, una sola era donna (la più anziana delle vittime, con 60 anni di età) e sette erano di provenienza straniera. Un mezzo di trasporto utilizzato oramai non soltanto dai giovani che continua a vivere di una “deregulation” alla quale non si riesce a mettere un freno.
Come un bollettino di guerra
Aveva soltanto 21 anni il giovane, di origini straniere, che nei giorni scorsi ha perso la vita a Reggio Emilia, andandosi a scontrare sul proprio monopattino con un autobus urbano, il cui conducente non ha potuto evitare l’impatto. È la nona persona deceduta utilizzando questo mezzo di trasporto nei primi quattro mesi del 2025, andando ad alimentare quello che oramai sembra più una sorta di bollettino di guerra sul numero dei sinistri che vedono coinvolti questi mezzi della cosiddetta mobilità dolce con morti e feriti sulle strade dopo essere stati travolti nel traffico.

Nonostante l’introduzione di nuove regole nel nuovo Codice della Strada, introdotto a Natale 2024 per cercare di frenarne l’utilizzo dissennato, soprattutto da parte dei giovanissimi, sono ancora troppi gli incidenti che li vedono coinvolti. Quello accaduto stamattina nel traffico della città emiliana è l’ultimo di una lunga serie ed è costato la vita a un giovane di origini pakistane mentre si recava a lavoro in quello che era il suo primo giorno di un impiego regolare dopo aver ricevuto il tanto agognato permesso di soggiorno.
Una tragica fatalità
Il 21enne infatti, con il padre e i due fratelli, di 23 e 26 anni già in Italia, aveva ottenuto il permesso di soggiorno grazie al ricongiungimento familiare e si stava recando proprio a bordo di un monopattino elettrico presso un’autofficina gestita da connazionali. felice e contento di poterlo fare finalmente in maniera “regolare”. Il ragazzo stava percorrendo Via Turri quando per motivi ancora in via di accertamento è stato investito e travolto da un autobus di una delle società che prestano servizio di trasporto nella zona che percorreva la stessa strada.

Purtroppo inutili sono stati gli immediati soccorsi, la violenta caduta sull’asfalto è risultata fatale al giovane pakistano. Un vero e proprio dramma per l’intera famiglia arrivato proprio nel momento più bello per tutti, dopo il ricongiungimento dei tre fratelli con i genitori nel nostro paese. “Era contentissimo”, racconta il cugino del ragazzo. “Noi familiari insistevamo sul fatto che doveva prendere la patente per l’auto. E ora che aveva trovato lavoro aveva cancellato TikTok e altri social per non perdere tempo: voleva concentrarsi e conseguire la patente. Per lui era un nuovo inizio. Purtroppo il destino ha voluto diversamente”.