Uno studio neuroscientifico identifica un circuito dopaminergico che permette al cervello di cancellare la paura.
La dopamina, nota principalmente per il suo ruolo nella ricompensa e nella motivazione, è ora protagonista anche in un meccanismo ben diverso: la rimozione della paura. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature ha identificato un circuito cerebrale dopaminergico specifico coinvolto nel processo di “dimenticanza selettiva” delle paure apprese.

Gli scienziati hanno osservato che l’attivazione controllata di alcuni neuroni dopaminergici permette al cervello di “decidere” quando un ricordo pauroso può essere archiviato o neutralizzato, riducendone l’impatto emotivo. Si tratta di un meccanismo fondamentale per il benessere psicologico, che consente di distinguere tra esperienze potenzialmente pericolose e situazioni non più minacciose.
Cosa dice la neuroscienza: la paura può essere disattivata
Il team di ricerca dell’Università di Neuchâtel, guidato dal neuroscienziato Johannes Gräff, ha condotto uno studio su modelli murini per comprendere come il cervello gestisca la memoria della paura. Utilizzando tecniche di imaging cerebrale avanzato e manipolazione genetica, i ricercatori hanno mappato un circuito neuronale che coinvolge neuroni dopaminergici nell’area del talamo e dell’amigdala, due aree chiave per l’elaborazione delle emozioni.

Il risultato è sorprendente: quando questi neuroni vengono attivati, il cervello riconosce che l’ambiente è cambiato, che il pericolo è passato, e quindi può iniziare il processo di estinzione del ricordo della paura. Al contrario, se il circuito resta inattivo, il cervello conserva il ricordo spaventoso come attuale e rilevante, perpetuando una risposta ansiosa.
Questo meccanismo, secondo i ricercatori, è alla base della capacità del cervello di aggiornare le memorie emozionali e distinguere tra passato e presente. Le implicazioni cliniche sono enormi: comprendere come la dopamina moduli l’estinzione della paura può portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per disturbi come il PTSD (disturbo da stress post-traumatico), le fobie gravi e i disturbi d’ansia generalizzata.