Disperso nella foresta il gatto Otto: i proprietari, distrutti, hanno provato qualsiasi cosa. Poi, dopo 3 giorni, il colpo di scena
C’è una storia che arriva dal Belgio, un racconto che tocca il cuore e che parla di coraggio, di disperazione e di un finale che sa di pura magia. Una storia che ha come protagonista un gattino nero di nome Otto, disperso per tre giorni nell’immensa e minacciosa foresta di Tillegem.

I suoi padroni, con l’anima in pena, erano quasi arresi all’idea di non vederlo più. Ma il destino, a volte, gioca le sue carte in modo inaspettato, e sabato mattina il silenzio della foresta è stato rotto da un miagolio, un suono che ha ridato vita a ogni speranza.
Otto, il gattino nero, era svanito nel nulla mercoledì. Non era tornato a casa a Sint-Michiels, un’assenza innaturale per un animale abituato a non spingersi mai oltre i confini del vicinato.
“Di solito Otto non si spinge molto oltre i vicini o nelle immediate vicinanze della nostra casa“, ha raccontato il proprietario, la voce ancora rotta dall’emozione. Ma quel mercoledì, il vuoto. Le ricerche immediate, frenetiche, il nome di Otto urlato nel vento. Senza risultato. Il cuore che si stringeva, minuto dopo minuto.
Il ritrovamento del gatto e l’operazione di salvataggio
Ma la speranza non si è mai arresa. Per due giorni interi, senza sosta, i proprietari hanno setacciato ogni angolo, ogni cespuglio, ogni sentiero. E poi, venerdì, il miracolo. Non una visione, ma un suono. Un miagolio debole, quasi impercettibile, che ha squarciato il silenzio di Tillegembos.

L’animale era lì, a dieci metri da terra, incastrato sui rami di un albero gigante. Terrorizzato, incapace di scendere da solo. “All’inizio ci abbiamo provato anche noi, ma presto ci siamo resi conto che era un’impresa impossibile“, ha confessato il padrone, ricordando la frustrazione di quei momenti. Ogni tentativo vano, ogni sforzo inutile. Fino alla decisione di chiamare l’unica speranza rimasta.
Ed ecco che, sabato mattina, sono arrivati i vigili del fuoco. La squadra di alpinisti di Bruges, veri e propri angeli custodi, ha iniziato la sua lenta e metodica ascesa. Metro dopo metro, tra i rami, il cuore in gola di chi osservava da terra.
LEGGI ANCHE… Serial killer dei gatti in fuga: “Attenti, è un grave pericolo”
E poi, il momento della verità: il gattino, spaventato ma vivo, è stato raggiunto, messo in sicurezza e riportato a terra. Un balzo tra le braccia del suo padrone, un pianto di gioia, il sollievo che ha avvolto tutti i presenti. Dopo tre giorni nell’incubo dell’altezza, Otto stava bene. Il perfetto lieto fine per questa storia.