Da oggi diventa obbligatorio per tutti i cittadini italiani e dell’Unione europea ottenere un’autorizzazione elettronica di viaggio per entrare nel Regno Unito
L’introduzione di questo particolare permesso di ingresso e transito era stata annunciata da tempo dal governo britannico, non soltanto per chi si reca per lavoro nel Regno Unito, ma anche per i soggiorni di breve durata di tutti i vacanzieri in arrivo dagli altri paesi della Comunità Europea, non più coperti dalla libertà di movimento automatica in seguito alle restrizioni post-Brexit, che un referendum aveva abrogato.
Si chiama Eta, ed è un’autorizzazione di ingresso obbligatoria da presentare insieme al passaporto che da alcuni anni oramai è diventato necessario al posto della semplice carta d’Identità valida per l’espatrio se vogliamo anche semplicemente visitare la capitale inglese. La sigla sta per l’Electronic Travel Authorisation, il nuovo sistema elettronico di autorizzazione all’ingresso nel Regno Unito, simile all’Esta utilizzato per entrare negli Stati Uniti.
Il Regno Unito, dall’Inghilterra alla Scozia, dal Galles fino all’ Irlanda del Nord, dopo la Brexit, era uno dei pochi paesi europei che manteneva una differenza con il resto dei paesi del Vecchio Continente aderenti alla UE. Moneta diversa, sistema metrico particolare, la guida a destra e l’esibizione obbligatoria del passaporto alla frontiera, niente Schengen nella Terra d’Albione, insomma. Ma da oggi arriva anche un ulteriore cambiamento che complica le entrate e le uscite dai vari paesi del regno e che richiede quindi un’accortezza in più.
Il governo britannico infatti, nell’ambito di una strategia più ampia di digitalizzazione e sicurezza delle frontiere, ha esteso l’obbligo di Eta, Electronic Travel Authorisation, a tutti i viaggiatori in entrata, eccezion fatta per i cittadini irlandesi. Questo sistema, già in vigore per numerosi paesi extraeuropei, è stato paragonato all’Esta statunitense o all’Eta canadese. La misura promette di essere un filtro per viaggiatori indesiderati, ma per milioni di europei rappresenta una barriera burocratica inedita.
Una misura annunciata da tempo dal governo britannico, automatica dopo le restrizioni di viaggio post Brexit, per tutti i soggiorni anche quelli brevi non più coperti dalla libertà di movimento adottata negli altri paesi membri della UE. Anche se paragonato a quello adottato da altri paesi importanti nel mondo, l’Eta non è un visto, ma una specie di pre-autorizzazione di viaggio obbligatoria per i cittadini di tutti gli altri paesi, inclusi quelli dell’Unione Europea. In pratica prima di mettersi in viaggio per il Regno Unito, il viaggiatore deve ottenere un’approvazione digitale che si può richiedere soltanto online, attraverso una semplice app da scaricare sul proprio device o sul sito ufficiale del governo britannico.
Per formulare la domanda il richiedente deve fornire i dati del passaporto, una fotografia conforme e rispondere a una serie di domande di sicurezza. L’elaborazione della richiesta richiede in media pochi minuti, ma le autorità britanniche consigliano di prevedere un’attesa fino a tre giorni in caso di verifiche supplementari. Se una domanda di Eta viene respinta, il richiedente riceverà una comunicazione con il motivo del rigetto e potrà presentare una nuova domanda. In caso di rifiuto, non è possibile fare ricorso e l’unica alternativa per entrare nel Regno Unito è richiedere un visto.
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