Sovraffollamento carceri, Antigone e i sindacati lanciano l’allarme: “Governo e politici ma cosa fate?”

L’emergenza dei penitenziari italiana non si placa e dalle misure che dovevano essere adottate anche per il caldo non c’è traccia

Doveva essere il mese d’agosto il periodo per il quale si sarebbe fatto qualcosa per dare una mano ai penitenziari italiani. La situazione è grave è non sembra esserci via d’uscita davanti a una crisi generale e così seria.

E' il penitenziario Beccaria, uno dei tanti che ha problemi di sovraffollamento
Sovraffollamento carceri, Antigone e i sindacati lanciano l’allarme: “Governo e politici ma cosa fate?” (Ansa Foto) Cityrumors.it

Si era detto e fatto tanto affinché si facessero leggi si prendessero provvedimenti adatti per risolvere il problema. C’era la possibilità della liberazione anticipata speciale, con tanto di accordo bipartisan ma anche qui niente è stato fatto. Ora c’è una proposta numero chiuso nelle carceri da parte dell’associazione radicale Adelaide Aglietta, come succede in Inghilterra.

La strategia per combattere il sovraffollamento negli istituti penitenziari italiani è molto simile a quella che è accaduta in Gran Bretagna che, davanti al sovraffollamento e soprattutto al raggiungimento del limite della capienza si è deciso di “liberare dei posti con pene alternative o provvedimenti straordinari”, ovviamente per chi rientra in determinate condizioni. Era la liberazione anticipata speciale, ma non è stato dato alcun seguito.

“Non si può permettere una cosa del genere”

A parlare di questa condizione così grave e assurda, soprattutto con il cado che si registra all’interno degli istituti circondariali, è Igor Boni, esponente di Europa Radicale, ma non solo lui a prendere posizione anche Rita Bernardini e tanti altri che cercano da mesi di parlare del problema e di avere una vera e propria cassa di risonanza per sensibilizzare la situazione e cercare di risolvere una problematica che sembra non importi a nessuno.

“In una classe scolastica, in un cinema, in un albergo o in uno spedale – ha spiegato – non esiste che di fronte a capienze massime stabilite si arrivi addirittura a raddoppiare i numeri. I detenuti perdono la loro libertà, ma devono mantenere intatti tutti gli altri diritti”.

Nel corso della conferenza stampa, che è stata anticipata da una veglia notturna di attivisti davanti all’ingresso del carcere di Torino, è stata inoltre rilanciata la proposta di un’amnistia e indulto. Al Lorusso e Cutugno i numeri sono impressionanti: 1.456 detenuti a fronte di una capienza di 1.117 posti.

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