Una sparatoria dentro la città e in piena serata, colpi di pistola destinati ad alcuni membri di un clan: la polizia indaga sul duplice omicidio
Ci sono città dove la malavita continua costantemente a farla da padrona. Luoghi in cui un regolamento di conti forse non è all’ordine del giorno, ma avviene troppo spesso. Notizie di sparatorie, membri di clan uccisi e trovati stramazzati al suolo con colpi di proiettile sul corpo, come se fossimo ancora nel far west, come se tutto ciò avesse solo un piccolo bagliore di umanità.
Forse è pretendere anche troppo, chiedere che si prenda una strada verso la legalità e la normalità, quella vera non questa. Probabilmente è chiedere qualcosa di irraggiungibile, soprattutto a persone dalle quali pretendere qualcosa è sinonimo di mettersi nei guai, è il rischio di trovarsi ancor più dentro queste tragiche vicende.
E così, si va avanti come se nulla fosse. La malavita continua liberamente il suo lavoro, il suo mestiere. Controlla, guadagna, si nasconde e uccide quando è necessario. C’è quella che lo fa in giacca e cravatta, quella che si insinua nelle istituzioni ed è come una malattia da estirpare, ma ben radicata.
E poi c’è quella vecchio stampo, quella alla Toto Riina, quella degli attentati. Stiamo parlando dei piccoli clan, più a rischio di tutti, ma che se ne fregano e in piena città sparano addosso a due rivali, per poi di fuggire a gambe levate prima che le cose possano mettersi male anche per loro.
Quanto accaduto a Napoli nella serata di ieri rientra in quest’ultima categoria. La polizia è stata chiamata dopo che i residenti del quartiere Milano, lungo la traversa Janfolla, hanno sentito in piena serata – intorno alle 18.00 – degli spari e delle urla. Dai balconi delle case hanno visto un motorino a terra e degli uomini sanguinanti.
L’intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi medici è stato inutile. Colpiti da dei proiettili partiti da un altro mezzo, fuggito via dopo aver fatto il suo compito, per i due uomini non c’era più niente da fare. Le vittime sono state individuate in due membri del clan Lo Russo.
I due pregiudicati erano Francesco Abenante, 34 anni originario di Napoli e morto sul colpo, e in Salvatore Avolio, 32 anni nato a Qualiano. Quest’ultimo imparentato con Antonio Avolio, anche lui ucciso nel 2021 a Piscindola.
Le forze dell’ordine si sono subito attivate per individuare i colpevoli. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, nelle ultime ore ha intensificato i controlli da parte delle autorità, già dispiegate lungo una zona che spesso è oggetto di questi agguati. Già nel 2018, infatti, fu già teatro di un duplice delitto.
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