Ora, la situazione si è capovolta: la Cina sta spingendo con forza per incoraggiare le famiglie ad avere più figli. Nonostante l’allentamento delle politiche, il tasso di natalità ha continuato a diminuire. La Cina è preoccupata per il rapido invecchiamento della popolazione, che potrebbe portare a gravi problemi economici. Per sopperire ai costi sempre più elevati legati alla gravidanza e al post parto, le autorità hanno già cercato di incoraggiare le coppie estendendo il congedo di maternità e offrendo sussidi per l’assistenza all’infanzia e l’alloggio. L’obiettivo è però di creare delle misure ancora più specifiche che invoglino alla nascita.
Le tasse sui preservativi e gli aiuti economici alle famiglie che vogliono partorire
Alla luce dei recenti e sempre più preoccupanti numeri. Il 2022 è stato un anno cruciale per il Paese: il numero di nascite è sceso per la prima volta sotto i dieci milioni, portando la Cina a registrare il suo primo calo demografico netto (più morti che nascite) in circa sei decenni. Ancora più preoccupante, è stato il bilancio dell’anno successivo: in Cina nel 2023 si sono registrate solo 9,02 milioni di nascite: il minimo storico da quando la Cina ha iniziato a registrare tali dati. Numeri che hanno fatto scattare l’allarme.
La prima mossa è stata quella di tassare i preservativi che, dal primo gennaio non saranno più esenti da imposte: l’aumento è stato stanziato in una percentuale che varia dal tredici al venti per cento, a seconda delle regioni. Ora si è scelta un’altra strada: il Governo si impegnerà a pagare tutte le spese mediche delle famiglie che intenderanno mettere al mondo dei figli nel corso del 2026: dalle prime visite a quelle di routine, fino a quelle successive al parto. Un modo per provare a cambiare una situazione sempre più complicata.