Uniqlo alza il tiro contro i taccheggiatori: oltre alla denuncia penale, l’azienda avvierà azioni civili per il risarcimento danni. La mossa contro i furti organizzati
Uniqlo, il gigante giapponese dell’abbigliamento famoso per la sua offerta vasta e accessibile, ha deciso di alzare la posta in gioco. Non in tema di marketing, ma nella lotta contro i taccheggiatori. Nonostante abbia già intensificato le misure preventive come la formazione del personale e l’installazione di telecamere, la casa madre Fast Retailing ha annunciato un cambio di passo drastico.

Oltre alla denuncia penale, scatteranno anche azioni civili per il risarcimento dei danni subiti. La dichiarazione ufficiale, pubblicata il mese scorso sul sito web di Fast Retailing, non lascia spazio a interpretazioni:
“Fast Retailing Group si impegna costantemente nella gestione dei propri negozi per creare un ambiente in cui i nostri clienti possano acquistare articoli di altissima qualità in tutta sicurezza. Tuttavia, negli ultimi anni si sono verificati continui episodi di taccheggio. Alla luce di questa situazione, oltre a perseguire penalmente i taccheggiatori, avvieremo anche azioni civili per ottenere il risarcimento degli articoli rubati e di tutti gli altri danni subiti da Fast Retailing Group”.
Questo significa che Uniqlo, e le altre catene del gruppo come GU, non si accontenteranno più della semplice condanna penale. Vogliono i soldi indietro.
Furti organizzati e la stretta sulla criminalità
Sebbene la dichiarazione non lo menzioni esplicitamente, la decisione di Uniqlo arriva dopo una serie di furti organizzati su larga scala che hanno colpito la catena. Nel febbraio 2024, ad esempio, un gruppo di quattro cittadini vietnamiti è stato arrestato a Fukuoka dopo aver preso di mira una filiale Uniqlo. Subito dopo hanno ammesso candidamente agli investigatori di “essere venuti in Giappone per rubare”.

Lo stesso mese, un altro gruppo di tre taccheggiatori, anche loro cittadini vietnamiti, è stato arrestato per una serie di furti ai danni di Uniqlo. Gli investigatori sospettano che i due gruppi abbiano sottratto merce per un valore complessivo di ben 32 milioni di yen (190mila euro) da decine di negozi.
L’adozione di una politica che prevede anche azioni civili comporta, per Uniqlo, spese e sforzi aggiuntivi. Quando qualcuno viene sorpreso a rubare in un negozio, la vittima non è tenuta a sostenere alcun costo finanziario per quanto riguarda le accuse penali: si chiama la polizia e il sistema giudiziario governativo fa il resto. Le accuse civili, invece, richiedono che la vittima, o il suo avvocato, gestisca il procedimento. Questo significa che Uniqlo dovrà probabilmente assumere avvocati esterni, dato che il team legale interno di Fast Retailing è presumibilmente più esperto in diritto commerciale che in risarcimento danni per taccheggio.
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Tuttavia, Fast Retailing è chiaramente disposta a sostenere queste spese. L’obiettivo principale non è tanto quello di recuperare il denaro (anche se lo scenario ideale sarebbe pareggiare i conti, incluse le spese processuali), quanto piuttosto di massimizzare le conseguenze dei furti, rendendo l’atto così sconveniente da scoraggiare chiunque dal prendere di mira i loro negozi.