Woody Allen, addio al cinema? Il regista: “Il romanticismo è finito”

Il mostro sacro della cinematografia si confessa a cuore aperto e racconta la sua incompatibilità con il mondo attuale

Potremmo stare qui ore a scrivere e raccontare della filmografia di Woody Allen. Omaggiandolo per la partecipazione e produzione a quelle che non possono essere riconosciute solo come pellicole per un cinema, ma opere d’arte consegnate alla storia. Dagli inizi del 1965 con ‘Ciao Pussycat’, in cui ricopriva la parte di Victor Shakapopulis, fino a ‘Café Society’ del 2016, di cui è regista e voce narrante. Nel mezzo decine di rappresentazione, di idee, di pensieri e una dose impressionante di fantasia e sentimento. Insomma, all’età di 88 anni si può considerare una delle leggende della cinematografia, senza che nessuno si offenda, tutt’altro.

Woody Allen, addio al cinema? Il regista: “Il romanticismo è finito”
Woody Allen al Festival di Venezia (Ansa Foto) – Cityrumors.it

A parlare per lui, d’altronde, sono i quattro Oscar vinti: il primo come miglior regia nel 1978 con ‘Io e Annie’, diretto e interpretato da lui e vincitore anche della miglior sceneggiatura originale. Così come quelli del 1987 (‘Hannah e le sue sorelle’) e del 2012 (‘Midnight in Paris’). A casa avrà uno scaffale destinato solo a questi e altri premi che hanno celebrato la sua enorme carriera. Oggi, però, questa sembrerebbe arriva a un bivio. Nella sua testa aleggia il timore che possa essere arrivato alla fine del rapporto con un mondo in cui non si ritrova più com’era una volta.

La confessione del regista

Se farò altri film? Sono molto indeciso su questo” – spiega ai microfoni di AirMail – “Non voglio andare a raccogliere fondi. Per me è come una spina nel fianco. Se qualcuno, però, si presentasse e mi dicesse ‘vogliamo finanziare un tuo film’, allora lo prenderei seriamente in considerazione l’ipotesi di tornare a girare. Probabilmente non avrei la forza di volontà di dire di no, perché ho così tante idee dentro al cassetto“. Tra gli aspetti del nuovo cinema che maggiormente infastidiscono Woody Allen ci sono i ritardi e i modi della distribuzione. Problemi per lui sintomatici della ‘fine del romanticismo’.

La confessione del regista
Woody Allen durante una conferenza (Ansa Foto) – Cityrumors.it

Per me non è importante se vengo distribuito in un paese piuttosto che un altro. Una volta che ce l’ho fatta a produrre il film, poi non lo seguo più. La distribuzione non è più quella di qualche anno fa, è cambiata. Ora si realizza in due settimane in un cinema… l’intero business non è più lo stesso, e non in modo attraente. Tutto il romanticismo nel cinema è scomparso, svanito“. Tra i fattori che, però, ha accusato più del resto c’è sicuramente quella relativa alle accuse mosse dall’ex compagna Mia Farrow. Il calo del pubblico e la difficoltà nel reperire finanziamenti sono diventati un impedimento troppo rilevante: “Qualcuno mi ha chiesto della ‘cancel culture’ e io ho risposto che, se proprio devo essere cancellato, questa è la cultura da cui vorrei venisse rimosso il mio nome. Perché diciamocelo, chi ne vorrebbe far parte?

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