Lavoro tempo indeterminato addio: il licenziamento diventa facile nel 2024, nuove motivazioni

Non più lavoro a tempo indeterminato. Il licenziamento diventa più semplice nel 2024: ecco le motivazioni dell’addio al contratto.

Chi ha un contratto di lavoro può pur sempre essere licenziato, ma dal 2024 questo diventa ancora più semplice: ecco il motivo. Tutto quello che cambia è proprio questo e ora i lavoratori non sono più al sicuro.

contratto lavoro tempo determinato
Lavoro tempo indeterminato addio-Cityrumors.it

Se con il lavoro a tempo indeterminato si pensava di avere ottenuto una sicurezza, lontani dal licenziamento, cambia di nuovo tutto nel 2024. Nell’anno in corso infatti diventa più semplice licenziare e l’ipotesi di non perdere il posto di lavoro solo perché si ha un contratto a tempo indeterminato, è sempre più lontana: ecco perché.

Lavoro a tempo indeterminato: nel 2024 è più facile licenziare

Chi ha un contratto a tempo indeterminato può essere licenziato, anche se questa può apparire come un’ipotesi remota. Non è più così difficile perdere il posto di lavoro e la legge su questo è stata molto chiara ovvero che anche chi ha un contratto indeterminato può essere licenziato, a patto che ci siano delle condizioni.

Un lavoratore può infatti perdere il proprio posto per due motivi: disciplinari ovvero che viola quello che prevede il contratto oppure viola la legge. A seconda della gravità della condotta il licenziamento può avvenire per giusta causa, quando la violazione è così grave da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro e quindi avviene in tronco. Il licenziamento per un motivo soggettivo quanto la violazione non è grave, ma con un periodo di preavviso il datore di lavoro può rinunciare al dipendente.

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Il licenziamento diventa facile nel 2024, nuove motivazioni-Cityrumors.it

Si può perdere il lavoro anche per motivi economici, quindi oggettivi, quando deriva dal fatto che l’azienda ha esigenze produttive e organizzative tali da dover ridurre il personale. Si può avere infatti una crisi economica o un calo di fatturato. A tal fine nessun giudice infatti può entrare nel merito delle scelte del datore e sindacare la sua possibilità di riassettare l’azienda. Nonostante non sia prevista una contestazione, è dovuto un preavviso. In ogni caso il datore deve comunque cercare di fare il possibile anche con uno stipendio inferiore.

Nei confronti invece del lavoratore con contratto a tempo determinato, il datore di lavoro non deve licenziare. Deve solo attendere lo scadere del termine del contratto stesso. Resta sempre ammesso invece il licenziamento per motivi disciplinare ed economici. Da parte sua il lavoratore può contestare il licenziamento illegittimo se ritiene che sia avvenuto per motivi discriminatori, di ritorsione, durante la gravidanza o il matrimonio. Viene generalmente fatta una lettera di contestazione da inviare entro 60 giorni dal licenziamento.

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